Un articolo sul New York Times ha acceso un dibattito tra chi corre le lunghe distanze. L’affluenza sempre più numerosa a questi eventi ha diminuito fortemente la velocità media. Sono sempre più numerosi coloro che portano a termine maratone correndo e camminando per 5,6 ore. Negli Usa coloro che hanno portato a termine la maratona sono triplicati in 30 anni, mentre la velocità media è passata da 3:32 a 4:16.

Secondo alcuni questo ha rovinato il mito della maratona e apportato maggiori costi. Un tempo aver partecipato ad una maratona era motivo di orgoglio personale. Portarla a termine, ora sembra possibile per tutti, con un po’ di impegno e determinazione. Secondo altri, lo stimolo della maratona ha portato decine di migliaia di persone a lasciare il divano e tenersi in forma, accrescendo l’autistima dopo aver raggiutno l’obiettivo. Inoltre è questa massa lenta che sostiene il business della maratona.

Il problema infatti sta nei soldi. Più numerosi sono i partecipanti e più elevato l’introito della manifestazione. Ma più sono lenti i partecipanti e più aumenta il costo per tenere chiuse e sorvegliate le strade. In giro per il mondo le varie manifestazioni prendono posizioni diverse. Ad Honolulu a tutti è permesso di terminare la gara. La metà termina oltre le 6 ore, fermandosi per pranzare in qualche locale (ok è un caso particolare, siamo nelle Hawaii, chi ha fretta qui?). A Berlino c’è un gruppo-scopa che corre ad una certa andatura e invita al ritiro chi supera. A New York ufficilamente la maratona termina dopo 6 ore e 30, ma il cronometraggio viene staccato dopo 8 ore e 40 minuti. In Italia c’è chi punta alla massima partecipazione (a Padova il tempo limite è di 8 ore, a Treviso il prossimo anno c’è uno sconto per chi non ha mai corso) e chi punta a crearsi uno stuolo di affezionati, come Venezia col Fidelity Program, che ogni anno raggiunge il numero massimo di partecipanti e quindi non ne cerca di nuovi. Inoltre, quasi tutte le principali manifestazioni propongono un programma a pagamento per chi corre la sua prima maratona.

C’è poi chi affronta il problema con gli strumenti tipici del giorno d’oggi: si paga per il servizio di cui si ha effettivamente usufruito. Chi “usa” il percorso per tre ore costa agli organizzatori molto meno di chi ci sta per 6 ore. Quindi si potrebbe pensare di variare la quota di partecipazione in base al tempo finale. Può essere un’idea per selezionare solamente concorrenti motivati e preparati, però non è risolutiva. Su pochi concorrenti graverebbe un costo altissimo. Inoltre l’eventualità di dover sostenere una spesa aggiuntiva potrebbe spingere alcuni concorrenti ad affaticare eccessivamente e pericolosamente il proprio fisico.

Opinioni personali

Nelle maratone si possono individuare due aspetti: la competizione podistica e la corsa comunitaria. Difficile dire dov’è il confine che spesso non è nei tempi ma nell’atteggiamento. Nella competizione ci metterei tutti coloro che l’affrontano (con qualunque spirito) sapendo di essere in grado di terminare correndo. Nella seconda ricadono coloro che vogliono essere presenti e poter dire di avercela fatta.

E’ bene che a tutti sia data la possibilità di partecipare. Agevolazioni per chi raggiunge particolari obiettivi potrebbero essere interessanti, ma non a livello economico (meglio una maglietta, un cappellino in più). La maggiore affluenza resta comunque un dato economicamente più redditizio rispetto ai maggiori costi logistici che comporta. Se non fosse così non si spiegherebbe l’enorme pubblicità che c’è per questi eventi.

Per quanto riguarda il fatto che sono sempre di più coloro che possono dire di aver portato a termine una maratona, questo mi fa piacere. Chi sostiene che si perde il mito della corsa mi sembra voglia essere l’unico con una medaglietta sul petto. Lo sport è meritocratico. A nessuno viene impedito di provarci. Se poi si pensa che correre una maratona non sia più come una volta un attestato elitario che pochissimi possono vantare, basta pensare che ci son sempre dei limiti che pochi raggiungono (es. stare sotto le 3 ore). E per chi non trova più soddisfazione nelle maratone, ci son sempre le 50 Km, le crse trail e ultra trail.

Di Abro

4 pensiero su “Più maratone per tutti! O no?”
  1. tempo e costo sono i due motivi per i quali non mi sono ancora deciso a correre una maratona.
    Il tempo :partire con la certezza di impiegare più di 4 ore non mi invoglia assolutamente, mi sembra che nessuna prestazione sportiva richieda un tale sforzo (a parte il ciclismo ma almeno si sta seduti).
    Il costo: a Firenze si pagano 70 euro .Mi sembra troppo, considerando inoltre che se voglio correre una maratona devo anche sobbarcarmi una trasferta risiedendo nell’unico capoluogo di regione (Bologna) che ha abdicato alla cultura dell’auto e non è in grado di organizzare una gara in città.
    ciao

  2. Per il costo sono d’accordo con te. Non sempre si può risparmiare iscrivendosi in anticipo. 70 euro, però sono una esagerazione. Anche a Venezia che arriva al numero massimo ogni anno si paga da 25 a 35 …
    Per il tempo … dipende … Nella prima che feci mi interessava solamente arrivare. Dipende dalla motivazione. Se per te arrivare con più di 4 ore è fatica sprecata allora non val la pena provare.
    Per me, però se a qualcuno piace correre, una maratona o un trail lungo è da provare anche se ci si impiega 5 ore.

  3. Non posso che essere felice del fatto che sempre più persone (come è successo al sottoscritto qualche anno fa) si avvicinino alla corsa.
    Per quello che riguarda i tempi limite credo che sia una scelta ragionata degli organizzatori, visto che maggiore è il tempo limite più numerosi saranno presumibilmente gli iscritti, quindi maggiore echo e risonanza della manifestazione etc.

    Io personalmente guardo ancora il tempo limite prima di iscrivermi ad una gara 🙂

    Per quello che riguarda invece il costo d’iscrizione la cosa più corretta sarebbe fare pagare solo i servizi che saranno effettivamente utilizzati dal corridore; se ad esempio mi interessa utilizzare le doccie dopo la corsa, voglio il pasta party, etc.
    dovrei pagare di più di chi invece vuole solo correre la sua corsa e basta.

  4. Sono d’accordo per far pagare i servizi di cui si ha usufruito. Quest’anno la maratona di TV era campionato nazionale e come tale garantiva l’iscrizione a 12 euro come previsto dal regolamento FIDAL. Naturalmente non l’avevano pubblicizzato e quando lo è stato fatto notare all’iscrizione sono stati costretti a rimbore chi lo chiedeva. Ovviamente con 12 euro non si riceveva il pacco gara.

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