E’ passato poco più di un mese dalla Trevisomarathon. Ho evitato di scrivere pareri o analisi della maratona fino ad oggi. In primo luogo perchè il problema alla vista non mi rende agevole scrivere e leggere, soprattutto dopo una giornata passata a lavorare davanti al pc. In secondo luogo perchè in questo lungo periodo non avevo una diagnosi chiara riguardo al problema che si era manifestato durante la maratona ma che con ogni probabilità avevo già avvertito in forma lieve nei giorni precedenti.

La vista sta migliorando in modo talmente impercettibile che non riesco a capire se il danno (qualunque sia) si stia sanando oppure se sia in corso una sorta di rieducazione grazie alla quale mi sto abituando ad elaborare le informazioni visive con questo handicap. Il funzionamento del corpo umano é meravigliosamente sorprendente.

Oggi ho avuto il referto della risonanza magnetica e il contestuale colloquio con il medico che me lo ha prescritto. Il referto evidenzia “esili” segnali di una lesione vascolare ischemica. Il neurologo guardando le immagini ha sollevato qualche dubbio sull’interpretazione, pur confermando che l’area cerebrale interesata é quella della vista. Si riserva di approfondire. In ogni caso continuerò con indagini per capire le cause di questo episodio e il rischio che si ripresentino. Certamente non é una diagnosi che rassicura, ma considerato tutto quello di spaventoso che può succedere dentro la testa, ammetto che alla lettura del referto ho tirato mezzo sospiro di sollievo.

Mi conforta il fatto che l’attività fisica, anche intensa, non é tra le possibili cause. Anzi, sedentarietà e sovrappeso sono tra i più comuni fattori di rischio. Posso quindi lasciar cadere i timori di avere avuto un comportamento rischioso e incosciente nei confronti miei e della mia famiglia per aver portato a termine la maratona. Sarebbe stato difficile perdonarmelo.

Più avanti, quando ancora un po’ di nebbia sarà svanita, scriverò una analisi più dettagliata della gara. Ho ancora due punti da approfondire. Il primo é il senso di stanchezza che ho cominciatgo a sentire chiaramente 20 giorni prima della maratona, quando non sono riuscito a portare a termine un allenamento impegnativo ma non oltre il limite, visto quello che avevo fatto i giorni precedenti. Pensavo di essere stanco, ad un momento no, ma quella sensazione continua a farsi sentire da quasi due mesi durante gli allenamenti. Il secondo punto é il dolore all’orecchio destro, un senso di pressione leggero che continua ad avere anche questo da due mesi. Non é nulla di particolarmente invalidante ma visto che dura da molto tempo e visto il contesto in cui mi trovo, é meglio indagare.

E’ stato un mese molto molto difficile, con momenti in cui ero talmente in ansia che le gambe non mi reggevano in piedi e dovevo sdraiarmi. Nei primi giorni dopo la maratona ero in perenne allerta per qualsialsi sintomo che manifestasse una degenerazione funzionale. Mi sono alimentato con grande attenzione per evitare che qualche “schifezza” mi provocasse nausea che si potesse interpretare come un sintomo di qualcosa di grave. Sono stato molto attento al mio equilibrio per capire se avevo incertezze. Appena sveglio al mattino il primo pensiero era se riuscivo a muoverer tutti gli arti e se sentivo formicolii dubbi. Elencavo mentalmente i componenti della mia famiglia e gli amici per capire se avevo incertezze di memoria … insomma … roba da andare via di testa 😉

Ci sono esperienze che pur essendo faticose o dolorose ti vien da dire che valgono la pena di essere vissute. Quella che ho attraversato (la fase del dubbio e dell’incertezza, non quella attuale) non la consiglierei e non ci terrei a viverla nuovamente. Tuttavia, visto che é successo e che non si può cambiare il passato, vale la pena riconoscere le cose positive che mi sono rimaste. Tra queste, una nuova coscienza delle priorità, delle cose che val la pena dire o fare senza rimandarle troppo, dell’importanza di vivere il momento e non lasciarlo sciupare dai rancori del passato o dalle speranze e paure del futuro.

Infine, per restare in tema con l’argomento di questo blog, mi sono chiesto cosa succederebbe se non potessi più correre. Non sarebbe facile rinunciarvi, questo é comprensibile. Ho individuato 3 motivi che renderebbero drammatica questa eventualità. Il primo motivo é legata alle persone, amici, compagni di squadra e di allenamento, semplici conoscenti, nomi che vedo spesso nelle classifiche ma che non ho mai visto in faccia. Sarebbe come abbandonare un mondo in cui ho vissuto per venti anni. Ho avuto la stessa sensazione quando ho abbandonato il calcio. Pur essendo una esperienza dolorosa, il tempo la sana. Le abitudini cambiano e si conoscono persone nuove. Ci sono persone fantastiche ovunque. Il secondo motivo é legato alla solitudine e al silenzio. Sono convinto che siano indispensabili per mio equilibrio e il mio benessere. Più o meno consciamente l’ho sempre cercato. Per esempio nei lunghi giri in bici nei monti dove sono cresciuto, nelle passeggiate solitarie per le strade di Padova quando mi ero trasferito per studiare, nelle mattinate spese a raccogliere lamponi e potare le piante quando avevo sperimentato questa breve ma interessante esperienza agricola, infine nella corsa di lunghe distanze. E’ come se avessi la necessità periodica di ritrovare un equilibrio che la vita con i suoi impegni tende a farmi perdere.

Infine l’esigenza animale di fisicità, di sentire il motore girare forte, il piacere di fare qualcosa di più o più velocemente del giorno prima. Sono drogato del senso di appagamento che mi da il piacere di andare a letto alla sera e sentire le gambe bruciare dalla stanchezza. Drogato dalla soddisfazione personale di aver corso nonostante il caldo, il freddo, il buio, la pioggia, nonostante aver dormito solo 5 ore o aver saltato il pranzo. Una attività fisica senza un obiettivo o senza lo spazio per un miglioramento mi sembrerebbe poco allettante.

Per fortuna, alla luce della situazione attuale, sembra che la corsa non mi sia preclusa. Anzi sedentarietà e sovrappeso sono tra i fattori di rischio per gli episodi ischemici. Sarebbe davvero curioso se ora dovessi correre per prescrizione medica 😀

In sostanza, riassumendo, sono ancora in stand-by, anche se si comincia a capire cosa mi sta succedendo. Non mi pongo obiettivi sportivi almeno fino a dopo l’estate, nonostante le mie uscite quotidiane siano sempre svolte in funzione della preparazione ad una mezza maratona. Mi tengo in forma, se capiterà di fare una gara a breve termine con la sicurezza di non correre rischi la farò, ma senza obiettivi cronometrici.

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