La mia condizione alla partenza

Dall’inizio di quest’anno non sono riuscito ancora a tornare alla condizione di 2 anni fa. E’ aumentato il tempo necessario al recupero. Un po’ dipende dall’età, un po’ dalla maggiore attenzione che pongo ai problemi fisici, soprattutto se riguardano le ginocchia. Nonostante ciò sono uscito dalla Trevisomarathon in grande forma e a metà aprile ho portato a casa un allenamento “come ai vecchi tempi”, correndo 10 km in meno di 36′ e 21 km in meno di 1h19′. Poi c’è stata la vacanza con la famiglia. In 10 giorni ho corso solo una volta per 15 metri per prendere un cappellino che il vento stava portando via.fs3-09

Mi rimanevano 2 settimane prima della gara, per capire come stavo e recuperare un minimo di velocità. Ho svolto un unico allenamento a ritmo mezza, 6 giorni prima della gara correndo un 8x2Km a 3’41″/Km. La fatica che ho fatto mi faceva pensare che stare sotto l’ora e 20 minuti sarebbe stato un successo, poi, però, il test di Conconi e la sensazione di essere in crescita mi ha dato un po’ di coraggio. Se il meteo mi avesse dato una mano potevo ambire a 1h18′-19′.

Clima

Domenica c’era un clima praticamente ideale per me. Patisco molto il caldo e avere testa  e gambe bagnate mi da un senso di sollievo e mi toglie la fatica. C’era un po’ di vento ma non esagerato. Visto che siamo a maggio e che normalmente c’è caldo e afa, non mi posso lamentare.

Percorso

Molti piccoli particolari smentiscono l’idea di un percorso veloce e scorrevole che si può avere guardando la planimetria e altimetria. I 3 Km iniziali lungo la spiaggia possono essere scivolosi per la sabbia portata dal vento dalla spiaggia. Alcuni tratti rettilinei sono poco scorrevoli, perchè si corre in gran parte su  piste ciclabili a bordo strada che negli incroci accentuano le rotonde e presentano leggeri dislivelli. Dettagli, piccoli dettagli, che però contribuiscono a fa perdere il ritmo.

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L’ultimo terzo di gara ha il percorso più difficile. Si comincia con un asfalto molto ondulato: le radici dei pini marittimi sollevavano l’asfalto di diversi centrimeti. Eravamo costretti a valutare le traiettorie per evitare queste piccole collinette ai bordi della strada. Dal km 15 comincia lo sterrato. C’erano pozzanghere larghe e profonde. Infilarci il piede dentro era un terno al lotto, non si poteva immaginare la profondità. Nei 1500 metri circa in prossimità del faro, dove il bosco si fa fitto, il terreno diventava anche scivoloso per le foglie bagnate a terra. Infine si doveva affrontare il ghiaino della ciclabile lungomare prima di tornare su asfalto a 1500 metri dall’arrivo. In queste condizioni meteo gli ultimi 5-6 km erano davvero poco favorevoli.

Analisi della mia gara

La mia gara si può suddividere in 5 settori (vedi figura). Nei settori 1, 2 e 3 ho mantenuto un passo di 3’40″/Km. Nel settore 3 un po’ meno in realtà, ma abbiamo avuto un problema di incomprensione con un vigile riguardo alla direzione da prendere.

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I settori sono divisi dai tratti cerchiati in rosso (A e B) in cui abbiamo preso la direzione nord (controvento) che ci ha un pochino rallentato, mentre nel tratto C c’era il rifornimento all’inizio dello sterrato: ci siamo un po’ rilassati. Il settore 4 é nello sterrato e in parte nel bosco. L’andatura altalenante dipende dai rallentamenti e rilanci per le pozze di acqua e forse anche per difficoltà di collegamento coi satelliti nel bosco.fs3-24

Infine, nel settore 5 sono tornato, correndo in solitaria, al passo di 3’40″/Km, con un evidente sforzo cardiaco testimoniato dal primo sforamento dei 170 bpm. La frequenza cardiaca é stata inizialmente elevata fino al ricongiungimento con Enrico. Dopo i 10 km é calata di 2-3 battiti circa. Ecco una piccola prova che anche nella corsa c’è un piccolo vantaggio quando si é in due a dividersi la fatica di tenere il ritmo.

La cadenza segue più o meno la stessa logica. Molto elevata all’inizio nella folla per trovare posizione e in leggero calo nei settori successivi per poi riprendere i valori iniziali nel finale.

Conclusioni

Credo di aver gestito bene la gara, in base alle mie possibilità. Ho sostenuto un buono sforzo nei primi 10 km, gestendo bene la compagnia degli 8 km successivi per infine dare tutto quello che mi era rimasto nel tratto finale. L’impressione é che qualche secondo si fosse potuto limare, non solo nei tratti cerchiati in rosso ma anche nel bosco. Queste “perdite di tempo” mi avrebbero potuto far guadagnare quei 20″ per avere la soddisfazione di scendere sotto i 78′. Però è proprio questa la gara che volevo fare. Non volevo rischiare di saltare per aria. In ogni caso credo sarebbe stato difficile arrivare a 1h17’15” come 2 anni fa.

Mi rimane la curiosità di capire cosa avrei potuto fare allenandomi anche i 10 giorni in cui ero in ferie. Domenica ho migliorato di circa 3′ rispetto all’allenamento a ritmo gara del lunedì precedente. Difficile pensare che anche a metà aprile il differenziale sarebbe stato lo stesso, però mi sarei aspettato come minimo un 1h17′ basso.

Questo risultato mi da fiducia  e mi fa venire voglia di continuare a dedicarmi a migliorare la velocità, fino ai 10 km della Corritreviso del 21 giugno.

Statistiche

Questa é stata la mia sedicesima maratonina. Poche rispetto alle 30 maratone. Erano 370 giorni che non ne correvo una. Il conometro finale é il mio settimo miglior tempo e l’undicesimo sotto l’ora e venti. Dopo il personale del maggio 2016 ho registrato tempi più alti ma sempre migliori di quanto potessi attendermi. Questo mi porta a pensare che una migliore attenzione a queste gare potrebbe regalarmipiù soddisfazioni. Per questo ci terrei a correre almeno un paio di mezze maratone in autunno.

Relive ‘Bibione Half Marathon 2019’

Di admin

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