La lista di convocati del Kenya per la maratona olimpica (Kipsang, Kirui, Mosop) ha suscitato polemiche, come atteso. Credo che le polemiche coinvolgano di più appassionati europei e statunitensi, che africani.

La federazione Kenyana, a mio parere, poteva scegliere a caso tra 20 atleti e ambire comunque ad occupare tutto il podio. Agli atleti Kenyani, poi, interessano più i soldi che la gloria e quindi saltare le olimpiadi per competere a Chicago o New York va bene lo stesso. Nella selezione sicuramente avranno giocato un ruolo importante la sponsorizzazione delle aziende di abbigliamento e calzature, oltre all’influenza di coach e manager. Per il Kenya queste olimpiadi sono un pozzo d’oro. Il limite a sole 3 partecipazioni li pone in condizione di forte vantaggio nei confronti dei partner economici dei vari atleti. Non a caso non sono mai stati dichiarati in anticipo i criteri per la selezione: si voleva ottenere il massimo da questa partecipazione.

Se non ci son stati episodi di corruzione, il brutto di questa storia è che è tutto legale. Il loro vantaggio è così evidente che possono sfruttarlo economicamente, venendo meno ai principi sportivi che vorrebbero veder gareggiare sempre i migliori.

Chissà se Abshero o qualche altro etiope sarà in grado di far loro una brutta sorpresa! Altre possibilità per il resto del mondo non ne vedo, a meno di una gara tattica con partenza molto lenta e arrivo in volata attorno a 2h08′. Ultimamente, però, con la nuova generazione di kenyani di gare tattiche non se ne vedono più.

Di Abro

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