Finalmente sono tornato a correre una maratona, la mia 34esima. Non ho raggiunto l’obiettivo che mi ero posto e che pensavo fosse alla portata, tuttavia, nel complesso l’esperienza é stata soddisfacente. A differenza delle ultime due, nel 2021 e nel 2022, ho avuto l’impressione che ne fosse valsa la pena e la archivio con un pizzico di orgoglio.

L’obiettivo

Mi presento alla partenza in buona forma. Mi sono dato l’obiettivo di scendere sotto le 3 ore (media di 4’16″/Km) sulle basi di in un paio di allenamenti in cui tenuto questo passo per 35 km, anche con variazioni di ritmo. La fiducia in questo risultato é talente solida che il dislivello previsto dal percorso non mi sembra un problema. Credo di poter gestirlo. Ho un fastidio vicino alla caviglia sinistra, tra il malleolo esterno e il tendine di Achille. Mi darà fastidio nelle discese e in qualche curva, ma é ininfluente per il crono finale.

Percorso e condizioni

Conosco bene il dislivello del percorso, dopo averlo studiato su strava. Non ho sentito la salita dei primi 8 km. Non me ne sono neanche accorto, forse perchè ero in gruppo e perchè ero fresco. Si é sentita eccome la rampa alla fne del km 15 Breve ma ripida, dop 2 km da un cavalvia più dolce ma con un discreto dislivello. Gli ultimi 5 km sono probabilmente i più duri. C’è una pendenza continua, a tratti neanche tanto lieve. Ci sono molte curve. Il km finale in città sul pavè, ondulato e curvoso é un ulteriore difficoltà, che però é bilanciata dal piacere di correre tra le vie del centro storico.

Temo che il sole e il vento abbiano giocato un ruolo importante. Non era caldissimo, perchè l’aria rinfrescava, però il sole ha lasciato il segno non solo nell’abbronzatura. Credo che la disidratazione abbia giocato un ruolo importante. Ho terminato la gara ricorperto di sale. Non ho avuto modo di pesarmi all’arrivo, ma una volta a casa, dopo aver mangiato e bevuto ero ancora in sottopeso di un paio di kg.

Dalla consultazione di mappa ed altrimetria stimavo che il percorso esigesse una tassa di 2 o 3 minuti. Dopo averlo fatto credo si possa perdere almeno 5′. Ci sono pochissimi rettilinei che mi piacciono tanto e le curve delle strade del centro hanno marciapiedi e cordonate che costringono a scegliere tra la via più breve con qualche salto o la via più larga.

La mia gara

Dopo un paio di km di riscaldamento nelle vie della città e qualche esercizio di mobilità, entro in griglia e trovo subito Francesco, un mio compagno di squadra. Ci faremo compagnia per 30 km. Correremo i primi 14 km assieme ai partecipanti della mezza maratona. Questo ci garantisce abbondanza di gruppetti per il primo terzo di gara. Prendo posto dietro ad un triatleta muscoloso che mi scherma bene dal vento. Corro i primi 8 km di salita senza grosse difficoltà. Noto che la frequenza cardio é elevata, ma il respiro é sotto controllo, non mi sento per niente affaticato. Dal km 7 al 13 ho cominciato a rompere l’equilibrio. Ho corso alla media di 4’08″/Km per mezz’ora. Non volevo perdere il gruppetto. Sapevo che era un tratto in discesa e si poteva azzardare qualcosa. Un passo simile era nei programmi, però la frequenza cardiaca che invece di recuperare un valore più basso restava a ridosso di 160 bpm avrebbe dovuto allarmarmi. Ai 14 Km i corridori della mezza ci hanno lasciato. Io e Francesco ci siamo trovati con un paio di maratoneti. Il km 14 si interrompeva proprio ai piedi di una breve ma ripida salita. L’ho presa piano, lasciando andare il gruppo ma mi ha affaticato molto lo stesso. Ho fato fatica a recuperare in discesa perchè la caviglia sinistra mi dava problemi. Ne ho aprofittato per mangiare un gel.

Mettere qualcosa nello stomaco con quel livello di sforzo non é stata una grande idea. Me ne accorgerò più tardi. Ho corso questo km e quello successivo in cui ho recuperato sul gruppetto che mi aveva staccato attorno a 4’15″/Km. A quel punto mi sono messo davanti perchè mi sembrava che l’andatura si fosse abbassata. Ho fatto due km decisamente troppo forte, a 4’06″/Km nella serpentida in una zona industriale. In questo tratto ci deve essere stata un po’ di confusione nel tracciato perchè erano diverso da quello pubblicato nel sito. I nostri orologi hanno misurato una discrepanza di 500 metri in eccesso da questo punto fino all’arrivo. Mi sono reso conto che stavo esagerando e quindi ho cercato di darmi una controllatina. Il ritmo cominciava ad essere sopra i 4’15″/Km, capivo che l’obiettivo delle 3 ore era saltato e ora si doveva portare a casa una prestazione decente. Ho tenuto il gruppetto fino al km 28, credo, dopo di li ho lasciati andare e ho cercato di non camminare fino al ristoro del km 30. Ho preso un gel e sono ripartito con l’impressione di poter reggere i 4’30″/Km ma é durata poco. Riusco a correre con un buon ritmo ma dovevo alternare qualche tratto di camminata. Facendo due conti potevo aspirare a stare attorno a 3h10′ correndo ogni km in meno di 5′. La salita senza tregua degli ultimi 4 km e le curve mi hanno dato molto fastidio. L’entrata in città é scenografica, ma non ero in grado di apprezzarla a pieno.

All’arrivo ho una forte nausea e nei primi minuti una senso di mancamento. Ho molta sete, ma non ho lo stomaco per reggere niente, devo aspettare.

Considerazioni e conclusioni

Alla fine é andata come temevo. Avevo detto che pochi secondi al km potevano fare la differenza e credo sia questo il motivo. Ho corso i primi 19 Km ad un passo medio di 4’10″/Km. Questo non dovrebbe essere un grosso problema. A metà febbraio avevo corso 30 km alla stessa media (stesse scarpe), ma con un cardio medi di 2 battiti in meno. Non sono stato in grado di modulare lo sforzo tenendo conto del meteo e del tracciato, entrambi decisamente più ostili. E se mi fossi limitato in modo da correre la mezza in 1h30′ come sarebbe andata? Difficile dirlo, ma ho l’impressione che con un finale di quel tipo non sarei riuscito a concludere in negative split.

Nella migliore delle ipotesi, se riuscivo ad arrivare ai 30 km riposato e con un impegno abbastanza basso da potermi alimetare bene, credo che almeno un paio di minuti li avrei persi, arrivando poco dopo le 3h. Questa convinzione mi viene anche osservando come é andata la gara di alcuni atleti che conosco. Discorso a parte per Francesco, mio compagno di squadra, che ho lasciato poco prima del km 30. Da vero ultramaratoneta é uscito bene alla distanza, ha perso solo 1′ rispetto alla prima metà gara, riuscendo a stare sotto le 3h di qualche secondo.

In conclusione bisogna distinguere tra i desideri e quello che le condizioni permettono di avere. Che fosse una corsa dura si sapeva, il clima ha aumentato le difficoltà. Io ho cercato di restare più fedele possibile al piano ma ho commesso il solito errore: non rendermi conto di andare troppo forte, per paura di perdere il gruppetto. E’ sicuramente un passo in avanti rispetto alle due maratone precedenti, quando una volta terminate mi chiedevo se aveva senso provarci ancora per ricavarne quasi niente. Questa volta invece, un senso c’è.

Ho evidenziato i 15 km fuorigiri. Questo poteva essere uno sforzo fatto dal km 30 in poi. Avrei dovuto mantenere la media più bassa nella parte centrale di gara.

Futuro

Ho pochissimi fine settimana liberi da qui fino a luglio. Sarà quasi impossibile piazzare una gara. Potrei riuscire a correre qualchee gara in pista, magari alla sera durante la settimana, però migliorare di molto la velocità di base. Non mi va di andare a fare figuracce. In alternativa spero in qualche gara paesana. Cercherò di migliorare nella forza e nella velocità e mantenere la tenuta con un lugno di 30 km ogni 2 settimane.

Di admin

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