Sono passati due mesi da quando ho chiuso con l’anna precedente e mi sto preparando per i nuovi obiettivi del 2024. Come scritto nei post precedenti, ho deciso di farmi seguire da un preparatore che ha dimostrato con atleti di vario livello la sua efficacia e di cui ho piena fiducia. Fino ad ora non ero arrivato a questa scelta principalmente per due motivi: il piacere di gestire in proprio gli allenamenti sperimentando quello che attrae di più e l’insicurezza del tempo a disposizione che mi costringeva a scegliere l’allenamento il giorno prima in base agli impegni che cambiavano rapidamente.

Ho notato diversi cambiamenti nel mio approccio agli allenamenti. Per prima cosa il WOD é una cosa quasi sacra. Se ho in piano 10 ripetute alla velocità X, le faccio nella maniera più precisa possibile. Per la verità nelle ripetute corte tendo ad esagerare con la velocità perchè ho minor controllo e poco tempo per correggere l’andatura e quindi nel dubbio mi prendo avanti. A parte questo, cerco di centrare la consegna. Quando mi scrivevo gli allenamenti la velocità e il numero di ripetute tendevano ad adeguarsi alla condizione di giornata. Questo mi impediva di programmare la progressione dei carichi.

A mio parere si basa tutto sulla fiducia. Se ti fidi del programma lo segui. Se non ti fidi pensi che si possa fare qualcosa in più o un po’ più forte e diventi stanco prima di diventare in forma.

Un secondo aspetto positivo é avere una tabella degli allenamenti che non é influenzata da aspettative e desideri. Mi capitava spesso che nelle giornate in cui mi sentivo in forma, mi convincevo che potevo puntare ad un obiettivo migliore alla prossima gara e quindi ricalibravo le velocità di riferimento chiedendo di più ai miei allenamenti. Questo non é corretto. Durante una preparazione si ondeggia tra giorni buoni e giorni difficili. L’obiettivo finale non deve essere troppo influenzato dai punti più alti e dai punti più bassi. Quello che conta davvero é il punto di partenza e il cumulo delle settimane e degli allenamenti.

Terzo aspetto positivo. In un contesto di sovrainformazione come quello moderno, nascono spesso “mode di allenamento” che prendono spunto da come si allenano i campioni che hanno successo. C’è chi si allena in modo polarizzato, chi corre maxi volumi quasi tutti lenti ogni settimana, chi approccia il “double treshold”, ecc. Non é proprio necessario provare tutto per forza. Affidarsi ad una metodologia collaudata permette di seguire una strada maestra e avere un riferimento. La sperimentazione deve essere limitata a situazioni in cui non funziona quanto già provato.

Ho apprezzato e valorizzato un pare del io allenatore abbastanza inaspettato. Sono solito fare una manciata di sedute di Circuit Training durante i periodi morti della stagione. Visto che avevo questa possibilità, l’allenatore me li ha piazzati ogni settimana, escluso quando ci sono le gare. Sono rimasto un po’ sorpreso. Non li apprezzo particolarmente e ho provato a chiedere se sono proprio necessari e se posso ridurre un poco l’intensità, perch mi stancano parecchio. Dalla risposta ho capito che non dovrei rinunciare a questo allenamento. Sicuramente dovrò adeguarlo in modo che coesista in una settimana con altri due allenamenti di qualità. Per ora non modifico gli esercizi, ma ho ridotto la velocità della corsa, attorno al medio.

Sto seguendo un approccio abbastanza tradizionale. Per due mesi e mezzo ho lavorato molto sul V02max con l’obiettivo dei cross. E’ un obiettivo secondario, finalizzato al miglioramento di qualità che spesso ho trascurato. Al momento ho riscontri molto positivi. Ho corso due cross regionali da protagonista per la categoria della mia età. Mi piace il senso di forza e tenuta ad elevate velocità, che non sentivo da qualche anno. Lo stimolo alla velocità di soglia mi é stato fornito dai cross, ma quando non avevo gare in programma ho mescolato ripetute da 1 o 2 km, anche nello stesso allenamento. Ho lavorato sul ritmo maratona con un paio di corse medie. Infine ho iniziato da poco coi lunghi, ne ho già fatto un paio, tutti con 3-4 innesti di corsa media da 2Km.

Infine presento un paio di nuove entrate per questa stagione.

Mi ero ormai quasi deciso a prendere le Puma Velocity 2, quando all’outlet di Cisalfa trovo le Puma Forever Run del io numero a metà prezzo. Le provo mi piacciono e me le porto a casa. Sono più stabili e prottettive delle Velocity. La schiuma é meno morbida ma il piede sembra centrato in due rotaie. La suola é quasi completamente coperta dal Pumagrip. Adesione perfetta al terreno e garanzia di lunga durata. E’ solo un po’ fastidiosa la sensazione e il rumore. Sembra di sbattere a terra un pezzo di plastica. La tomaia sembra più resistente rispetto alle Velocity. Per fortuna, perchè le mie hanno un taglio dall’alluce alla caviglia nella parte esterna della tomaia. Per ora la calza interna tiene, ma se vado in giro sembra che mi abbiano squarciato le scarpe col coltello. Hanno messo il powertape in zona mediale, come per le Deviate.
I saldi mi hanno portato anche un paio di scarpe da gara veloce. Sul sito del marchio ho trovato la vecchia versione 8 delle Adidas Takumi Sen. Sono indietro di due versioni, ma non mi formalizzo quando é a metà prezzo. Sono uscito un paio di volte. La prima per una corsa lenta. Ho potuto apprezzare soprattutto l’estrema leggerezza, ma a 4’30″/Km l’intersuola non da il suo meglio. Mi sono sembrate piuttosto dure. In un allenamento veolce di ripetute di 400 metri, invece, la reattività del lightstrike si é fatta sentire. Restano comunque abbastanza dure, però il richiamo della gamba in appoggio é molto veloce e più forte colpisci il terreno in appoggio più ti risponde. Non ha una piastra, ma i famosi rods. Si sentono nella rigidita della scarpa e nell’affaticamento di polpacci che provoca se non si é abituati. La tomaia é leggera e quasi trasparente. Il tallone non ha supporto. La linguetta é minimale. Ho avuto un po’ di fastidi al collo del piede dopo la prima allacciatura. Bisogna trovare un po’ di confidenza con la calzata. Una legatura molto stretta può irritare durante la corsa. Se si cerca di allentare non mi sento sicuro al tallone. Ci vuole sempre un po’ di pazienza per conoscere le scarpe più spinte. Sono rimasto abbastanza impressionato dal grip della suola, che é quasi priva di scanalature. Ho avuto l’impressione di cedere un po’ in pronazione col piede sinistro quando ci corro piano. Nelle ripetute quando l’appoggio é totalmente di avanpiede questo non succede. Per questo e altri motivi credo sia perfetta per me per 5 e 10 km. Per la mezza maratonaun po’ azzardata, ma mi riservo un altro test su distanze più lunghe. Peccato non si possa usare in gare in pista.

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