Per molti versi una gara come quella di domenica è manna per un maniaco dell’analisi dei dati. Non ci sono stati elementi che hanno perturbato eccessivamente la prestazione. Temperatura ottima (caldo nella seconda metà ma ventilato), niente malesseri o crampi, niente vento, nessuna vesciche o abrasione in gara, mai avuto necessità di fare pipì o altri contrattempi.

Velocità

La velocità di riferimento che mi ero prefisso (4’50″/Km) in questo caso coincide con la media complessiva (riga viola nel grafico).

Velocità media

Come si può vedere, alla solita partenza lenta c’è una parte centrale da 20-25 Km a velocità costante e sotto il riferimento (ristori compresi). Dopo il 30esimo la velocità è andata progressivamente degradando, fino allo “sprint” d’orgoglio degli ultimi 3 km. L’andatura è stata piuttosto costante. Si è discostata dalla media globale al massimo del 2.4% in negativo (più veloce) e l’1.9% in positivo. Da notare, però che il tracciato prevedeva difficoltà proprio negli ultimi 12 km. Tutti i tempi dei miei compagni di squadra manifestano chiaramente un peggioramento a partire dal km 30, più o meno con lo stesso andamento comune a tutti. I saliscendi finali sono stati affrontati inizialmente con prudenza. A posteriori sarebbe stato meglio continuare ad essere prudenti anche nel parco e nei primi ponti a Venezia.

Sensazioni

Fino al fatidico 29esimo km mi stavo molto bene. Sentivo progressivamente una stanchezza più che giustificabile con la distanza percorsa, ma nessun indolenzimento. Il tempo passava in fretta e non pesava la prospettiva dei km ancora da percorrere. Ho gestito la piccola crisi tra il km 29 e il km 33 in modo ottimale, riprendendo subito dopo un buon ritmo.

L’unica cosa che mi posso rimproverare è essermi lanciato a tutta negli ultimi 3 Km, appena iniziati i ponti, complice anche l’aver superato un compagno di squadra. Dopo essermi tenuto a bada per 3 ore una piccolo azzardo è perdonabile.

La scarsa umidità e la brezza leggera mi lasciavano asciutto. Ho avuto sete al 20esimo e 30esimo dove ho bevuto almeno 300 cc tra sali e acqua. Prima solo qualche sorso per sciacquare la bocca. Ho sentito la necessità di bagnarmi con la spugna solo dopo il 30esimo quando il sole era ormai alto.

Recupero

A parte la giustificata stanchezza, la fatica non mi ha lasciato grossi problemi muscolari. La fatica era diffusa in tutte le gambe (e questo è un bene) sia a livello di quadricipiti che a livello dei polpacci. Significa che lo sforzo è stato equamente distribuito tra la spinta del piede e la velocità di falcata. L’appetito era ottimo e abbondante, nessun disturbo digestivo. Tre giorni dopo ho corso 10 Km in progressione alla media di 4’16” al Km.

Conclusioni

La gara è stata gestita e controllata adeguatamente all’obiettivo di terminare con un buon tempo senza voler rischiare crisi. Queste distanze non erano state testate durante la preparazione che era carente di lunghi. La spesa energetica è stata erogata in modo adeguato alle possibilità e alla caratteristiche del tracciato. Maggiori velocità erano possibili, ma avrebbero aumentato l’eventualità di una crisi.

Di Abro

Lascia un commento