Ho appena trascorso una settimana estremamente positiva, con un super allenamento al mercoledì e la gara di domenica, che a fine ottobre mi ero posto come test dopo 40 giorni dall’aver cominciato a correre. Mercoledì prossimo porterò all’attenzione del mio fisioterapista un ginocchio che non vuol cedere e una progressione piuttosto buona di allenamenti.

Dopo tanto tempo in territorio negativo, questa domenica rappresenta il passaggio alla possitività. Il caso ha voluto che a separare questi due periodi fosse una corsa lungo un fiume che si chiama Zero.

Questa settimana ho superato i 70 Km. Ben 20 in più della scorsa, ma con un giorno in più.  Ecco la mia settimana in dettaglio.

Lunedì: esco con un bel gruppetto per un lento a ritmo allegro. Mi spingo fino a 15 Km, passo medio finale 4’33″/Km. Questa settimana ho intenzione di aumentare un po’ il chilometraggio all’inizio settimana, per calare in prossimità della gara (o meglio: test) che intendo fare domenica. Alla sera una bella sessione di Stretching e Core.

Martedì: giornata senza corsa. Mi butto in acqua poco prima delle 6:30 per 2300m di cui solo 50 a rana per il traffico in corsia, tutto il resto a stile libero senza frazionamenti. Nella pausa pranzo un’ora di Yoga, piuttosto impegnativo per gli addominali. Prima di andare a dormire un buon 40′ di Stetching e poco core.

Mercoledì: giornata importante, mi aspetta il primo allenamento di qualità. Volevo forzare un po’ la velocità in vista della corsa di domenica, in cui vorrei spremermi e mettere a dura prova il ginocchio. Imposto ripetute di 1Km con recupero 500m, ipotizzo di tenere un ritmo di 4’/Km, quello che vorrei tenerte domenica per 19 Km. Mi viene facile stare sotto i 3’50″/Km e quindi spingo, mai in affanno, ma abbastanza al limite. Termino con 10x1Km al passo medio di 3’44″/Km. Sono ad un livello che in cui sospettavo di trovarmi di già. Dalla ottava prova il ginocchio ha comincaito a farsi sentire. Fino ad ora questi fastidi si sono rivelati di assestamento. Allenamento dopo allenamento, lascia sempre più spazio alla corsa indolore. Il dolore si posta verso velocità e fatiche più elevate. Alla sera sono troppo stanco per fare stretching, ho poca voglia.

Giovedì: non sto male, ma ho un po’ di paura di rovinare questo buon momento. Per questo decido per la cautela. Corro solo 10′ a ritmo molto lento per fare un po’ di riscaldamento, poi mi dedico ad oltr un’ora di strtching ed esercizi core. E’ freddo (7°C)  ma al sole si sta molto bene. Sento il ginocchio affaticato ma forte. Dopo cena faccio un’oretta di stretching e core.

Venerdì: arrivo presto in piscina e alle 6:22 sono già in acqua. Sto bene, tutto fila liscio e mi faccio 2500 metri a stile, interrotti solo da un cambio corsia per l’avvio dei corsi. A pranzo fa un freddo cane e non sono molto attrezzato. Mi scaldo allo stadio, con un 10×200 m e recupero corto di 200 m di corsetta. Come lo scorso venerdì li affronto in progressione. Il primo in 42″, poi attorno ai 36-37″. Molto soddisfatto della velocità. Non sono ancora sicuro nell’appoggio col piede destro, ho ancora paura ad aumentare. Sento di essere debole. Al ritorno tengo alto il ritmo (principalmente perchè sono in ritardo …) e percorro gli ultimi 4 Km al passo del medio (4’12″/Km).

Sabato: soliti mille impegni. Trovo il tempo e la voglia per mezz’ora di stretching al mattino. Alla sera faccio tardi con la famiglia alla festa della società dove le mie figlie fanno atletica. Mi sorprende sentire il mio nome al microfono mentre sto chiacchierando con un bicchiere di vino in mano. Mi stanno chiamando per una premiazione! Con grande imbarazzo ed incredulità vanno a ritirare una targa con cui si vuole riconoscere il mio impegno e la disponibilità. Resto senza parole …

Domenica: finalmente! Colazione con una banana e un the lasciato troppo in infusione che mi lasscia nausea per una mezz’oretta. Non é la prima volta, non mi spavento. Fa freddo, arrivo a Zerobranco e decido per un riscaldamento abbondante, 4 Km di corsa lenta in una zona industriabile la cui estensione non avevo mai immaginato. Alla partenza il gruppetto di testa va alla velocità che mi interessa (attorno ai 4’/Km). Non ci sono bici apripista, ci si deve arrangiare. Questo é un piccolo problema finchè si corre nelle viottole del centro. Non lo sarà più correndo lungo le strade degli argini dello Zero. corsa-lungo-il-zero-tot-19-km-3-54-02-12-2018-passoMi é piaciuto il percorso. Siamo in 7, ma dopo 4 Km, al bivio tra i percorsi medio e lungo, restiamo solo in due. Togliamo 4-5″ al Km. Questa veloità va bene ad entrambi, ci diamo cambi lunghi, ogni 2-3 Km. A metà gara ho un problema con la gamba destra. Mi capita diverse volte quando sono abbastanza al limite. Mi sembra di perdere il controllo della gamba, come se mi seguisse in ritardo. A 5 Km dall’arrivo il mio compagno di corsa accelera. Nonostante anch’io faccia i miei Km più veloci, mi stacca progressivamente. Mi sento appagato, mi va bene così.

Una ventina di anni fa andai con gli amici ad un concerto degli Estra nella palestra di Zerobranco, esattamente dove una volta all’anno porto le bimbe ad un incontro di atletica. Quel giorno sul palco, Giulio Casale indossava una maglietta completamente nera con la scritta “ZERO”. Facile fare parallelismi, battute ed avere ispirazioni con un nome così. Mi é tornato in mente il tempo dei concerti al sabato sera, il tempo degli Estra e lo spettacolo “Sullo Zero”. In questo momento mi sembra di essere a cavalcioni su un mio ZERO. Tra i vari video che che sono andato a rivedermi ce n’è uno che ho trovato in perfetta sintonia col mio stato d’animo attuale. Una canzone semplicissima dei primi Estra (quelli coi capelli corti che suonavano un rock duro alla sagra dei fagioli a Lamòn). Il testo non ha chaive di lettura, per cui ognuno può vederci quello che vuole. A me ispira tanta fiducia sul futuro e sulle persone care. Mi sembra l’inizio di una ripartenza, il superamento di una delusione o di un trauma. Mi fa piacere concludere questa settimana ascoltandolo ancora una volta:

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