Ho ripreso il log dei miei allenamenti degli ultimi anni per cercare i motivi di un calo di prestazione evidente e generalizzato. Ho pensato di dare uno sguardo alla “Big Picture”, al disegno complessivo, allontanandomi dai particolari e dai singoli obiettivi stagionali. Ho raccolto tutto quello che avevo di oggettivo: i risultati in gara, nei test e nei migliori allenamenti. Tutte queste “misure” portano con se le sensazioni di quella giornata che hanno influito nel risultato: clima, salute, stanchezza, ecc. Messi tutti assieme, però questi fattori poco misurabili perdono importanza e mi aspettocje possa emergere la tendenza di fondo. L’immagine di seguito é parecchio confusa, lo so, ma con un po’ di pazienza provo a spiegarla.

Ho raccolto i dati che avevo a disposizione negli ultimi 4 anni delle velocità di soglia anaerobica trovate con il test di Conconi (pallini blu) e le migliori prestazioni (sia in gara che in allenamento sulle distanze di maratona pallini rossi, mezza (rombi rossi) e 10 km (crocette).

analisi4anni

Le tre linee verticali segnano tre dati importanti: il TIA del 6/03/2017, l’operazione del 4/12/2017  l’infortunio al ginocchio di settembre 2018.

Partiamo dai risultati che più mi interessano: la maratona. Ho incorniciato con rettangoli rossi il gruppo di maratone fino marzo 2017, tutte abbondantemente con velocità media superiore a 15 Km/h. Le ultime due prove sopra le 2h50′ (rettangolo rosso a destra) sono connesse da un paio di gare in calo di prestazione.

Per quanto riguarda le mezze maratone (rombi rossi) cerchiati in verde, il calo di velocità media non é significativo. Lo é invece il numero di 21 km corse sopra i 15,6 Km/h (3’50″/Km).

I dieci Km, che non corro quasi mai in gara, li correvo in allenamento con buona frequenza sopra i 16,5 Km/h (3’40″/Km). Tra kl 2015 e il 2016 correre mezz’ora attorno a 3’30″/Km era quasi abituale.

Questa scarsa abitudine alla velocità spiega il calo della velocità di soglia anaerobica di circa 1 Km/h. In questo caso lo scalino si ha da gennaio 2018 (dopo l’operazione, prima del problema al menisco).

A questo punto mi sembra tutto molto chiaro. Per quasi due anni ho allenato ben poco i ritmo veloci. I miei muscoli hanno perso efficienza nel consumo di ossigeno. In compenso il grosso volume di corsa lenta ha aumentato la potenza lipidica che ha mantenuto una discreta facilità nel correre a buon ritmo per 2 ore e più.

In sostanza la soglia aerobica é rimasta quasi invariata e la soglia anaerobica ha avuto un discreto calo. Di conseguenza il mio passo maratona é leggermente calato ma, forse quel che importa di più, é pericolosamnte vicino al “fuori soglia“. Questo concorda con la sensazione di alcune corse medie quando pensavo di poter correre a lungo ad una certa andatura ma se provavo a togliere qualche secondo al km andavo in grossa difficoltà. Ho grosse difficoltà anche a terminare le corse lunghe con una progressione finale. Ho poco range disponibile per il ritmo maratona.

Bene. Forse non é l’unico, ma é sicuramente uno spunto su cui lavorare. A questo punto però sarebbe normale chiedersi perchè ho smesso di correre veloce. C’è un motivo fondamentale e un motivo accessorio. Il motivo fondamentale sono stati i malanni fisici. Dover sospendere la corsa per uno o due mesi nel giro di due anni non é stato particolarmente grave. Lo é stato invece la necessità, per motivi precauzionali, non esagerare con le alte intensità, sia dopo il piccolo l’intervento al cuore, sia dopo l’infortunio al ginocchio. Per una anno e mezzo, inoltre, assumevo quotidianamente 100mg di acido acetilsalicidico (nota come cardioaspirina) che creava gossi disagi allo stomaco dopo gli allenamenti più intensi. Tanto da far passare la voglia di riprovarci per qualche giorno. E pensare che qualcuno diceva che pur non essendo un farmaco dopante aiuta ad andare più forte. Mi verrebbe voglia di fargliela assumere in supposta … Ha un effetto antiffiammatorio quindi potrebbe aiutare il recupero, però riducendo l’infiammazione riduce anche lo stimolo all’adattamento. La fatica spesa in allenamento non viene completamente ripagata dalla supercompensazione.

Oltre a questo motivo, indipendente dalla mia volontà, mi sono trovato nel tempo ad avere a disposizione più tempo per la corsa. Le figlie crescono, l’ambiente di lavoro diventa più flessibile e ho spontaneamente occupato il tempo libero con la corsa. Ho aumentato i km e calato la velocità. Inizialmente ho dedicato poco tempo alle attività che aiutano a sopportare questi volumi senza perdere velocità.

Credo di essere ad una piccola svolta e vedo la prossima Maratonina di San Biagio (24 novembre) quasi come un punto di svolta. Non mi aspetto un gran risultato, spero solo in una soddisfazione cronometrica in questo deludente 2019. C’è un aspetto molto molto positivo di questo anno che sta per finire. Non ho avuto problemi fisici, dopo i due anni peggiori sotto questo aspetto. Ho imparato molto, anche di me stesso e di come allenarmi. Se la salute tiene, ci sarà da divertirsi 🙂

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