La maratona corsa ad Aquileia a fine ottobre mi ha lasciato uno stato di forma molto buono. Me ne sono accorto nei giorni successivi quando in un test ho corso 10 km in 38’30”. Volevo quindi capitalizzare questa condizione con una gara. C’erano due mezze maratone a portata di auto: Verona e Cittadella. Verona era troppo impegnativa in termini di tempo e complessità. Cittadella era già sold-out e sarebbe stato un po’ complicato trovare qualcuno che voleva cedere l’iscrizione. In calendario regionale era poi comparsa “La 10 di Malo“, la seconda edizione di una gara che lo scorso anno era non competitiva. Quest’anno invece il percorso é stato omologato e la gara é entrata nel calendario regionale.

Il percorso é molto veloce. Si parte in un parcheggio della zona industriale e dopo poco più di 1 km si raggiunge un circuito di poco meno di 4 km scarsi da percorrere due volte. Terminati i due giri si percorre a ritroso il tragitto fatto alla partenza. Il circuito serpeggia su stradine di campagna con case sparse. E’ pressochè pianeggiante e totalmente asfaltato. Si apprezza una leggera discesa lunga 100 metri, mentre la salita che fa recuperare questo dislivello é più blanda, tanto da non essere notata. Ci sono un paio di curve che spezzano il ritmo.

Il clima é ottimo. Sereno e secco. Freddo ma non ghiacciato. Si nota una leggera brezza, che in un percorso a circuito non crea fastidi. Ci sono quasi trecento iscritti. Pochi ma agguerriti. In questo periodo le città pullulano di corse non competitive a tema natalizio. Bisogna avere una sfida personale contro il cronometro per scegliere di correre in una zona industriale. I top runner sono tutti italiani, di livello regionale. Quattro o cinque posso correre in 30′.

Dopo lo sparo c’è un po’ di confusione. Ho scelto di partire all’esterno per essere fuori dalla mischia e avere una via di fuga. Mi lascio trasportare anch’io nelle prime centinaia di metri, poi cerco il mio ritmo. Il primo Km é molto veloce: 3’39″/Km. Più veloce del previsto, però non mi sento al limite. C’è un sacco di gente davanti a me. Mi hanno superato in tantissimi. Il seprentone un poco alla volta si divide in gruppetti. Ho davanti a me Sonia Conceicao Lopes, italiana di origine Brasiliana che da un paio di mesi é campionessa regionale di 10 km su strada. In qualche tratto devo cederle un paio di metri perchè accelera per tenere la scia di qualcuno davanti. Non perdo il riferimento e la recupero. Al secondo km porto a casa un altro 3’40″/Km. Mi propongo di mantenere questo livello di intensità.

Al terzo km la discesetta e un allungo di Sonia mi porta al km più veloce: 3’36″/Km. Poco dopo una curva a 90° che affronto bene mi porta in testa. Da questo momento farò il ritmo fino alla fine. I km successivi passano più lenti di qualche secondo: 3’42”, 3’41”, 3’43”. Nel quinto km rallento per qualche decina di metri per non perdere Sonia che non aveva rilanciato bene dopo una curva stretta. Durante il sesto provo a farla passare, ma rallenta anche lei e mi dice “non mollare”. Capisco che non riesce a darmi cambi e allora mi rimetto davanti e grazie al secondo pasaggio sulla discesina chiudo veloce il settimo km: 3’39”.

Davanti a noi da diverso tempo vedo Gloria Tessaro, trentenne dell’Atletica Vicentina. Era in compagnia di un altro atleta che ha ceduto e abbiamo superato ai 5 Km. Gloria corre da sola e il suo vantaggio resta costante. Cala vistosamente all’ottavo km, che noi chiudiamo in 3’42” e la raggiungiamo. Non ha la forza di accodarsi e si stacca. Al nono km si esce dal circuito per tornare alla zona di partenza. Alla curva stretta ancora una volta Sonia perde contatto, ma ora manca poco e non aspetto più. Il nono km é il più lento: 3’44”, ma probabilmente un paio di secondi possono essere dovuti alla minima pendenza positiva e alle curve. Sento qualcuno tra il pubblico che incita un atleta e capisco che qualcuno dietro di me mi sta rimontando. Non mi giro ma cerco di tenere un ritmo elevato. Sento di avere ancora un po’ di energia. Se arrivo davanti sul rettilineo so che non mi farò superare.

Ultima curva, vedo il traguardo, aspetto gli ultimi 50, 60 metri e poi mi lancio in progressione. E’ arrivata da poco la terza donna di fronte a me e sento lo speaker che parla delle altre due che mi seguono. Concludo sfinito e cerco dello spazio per respirare. Mi giro e stringo la mano a Sonia. Ci scambiamo i ringraziamenti ma entrambi fatichiamo a parlare. E’ molto stanca, non sembra molto soddisfatta.

Guardo l’orologio e vedo 36’54”. Non avevo fatto molti calcoli in gara. Sapevo di essere sul filo dei 37′, ma ero concentrato a dosare al meglio le forze. Mi sale una forte emozione. Un senso di appagamento tanto grande quanto la pazienza e la perseveranza nel ricercarlo. Per la prima volta da 4 anni un risultato mi fa sentire veramente orgoglioso di me stesso. Spesso si dice che se lavori duro i risultati prima o poi arrivano. Non ci credo, non c’è niente di scontato o di garantito. Proprio per questo quando si ha la fortuna di raggiungere un risultato é giusto rallegrarsene.

A questo punto devo attendere le classifiche. Con un tempo simile sarebbe strano non andare a podio di categoria. Quando esco dalla doccia controllo il telefono e le vedo pubblicate. Sono terzo, per 15 secondi. Dietro di me l’atleta che il pubblico incitava. Non mi é arrivato molto vicino, probabilmente ha pagato la fatica negli ultimi metri. Nella media i tempi sono molto buoni. Sono arrivato 43° assoluto, tre donne davanti a me. Ben 45 atleti sotto i 37′.

La svolta che ho intrapreso dopo la Mytho Marathon comincia a dare i suoi frutti. Sto valorizzando le mie qualità, dopo aver provato per anni a migliorare invano i miei punti deboli. Guardo al 2024 con tanta fiducia. Sarà un anno con delle novità nella programmazione, ma se saprò trasferire questi miglioramenti anche nelle distanze più lunghe potrò raccogliere nuove soddisfazioni.

Nell’istogramma il passo dei singoli km. Come descritto nel racconto sono stati tutti abbastanza costanti.
Nel secondo grafico il passo in blu e la frequenza cardiaca in rosso. Dopo poco più di 2 km ho raggiunto e supeato i 163 bpm. A metà gara ero a 167. Sono riuscito a superare i 170 solo negli ultimi metri. Non é elevatissima, forse il freddo aiuta a tenerla bassa.
Negli ultimi due grafici la cadenza e la lunghezza della falcata. Per sostenere la velocità del primo km ho cercato una cadenza molto elevata (194 ppm) riducendo la lunghezza del passo a 142 cm, forse anche perchè c’era traffico. Dal km 1 al km 3, alle spalle di Sonia Lopes ho tenuto una media di 186 ppm per 148 cm.
Una volta passato avanti calo la frequenza a 182 mantenendo la lunghezza di 148 cm. Cerco di sfruttare al meglio la spinta.
Infine nell’ultimo km aumento di pochissimo: 183 ppm per 149 cm. Sono le ultime energie. Aumento di pochissimo, significa che mi ero già spremuto per bene.

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