Come da previsione la mattinata di domenica inizia senza pioggia. Ho modo di prendere il pettorale, cambiarmi e fare riscaldamento senza bagnarmi troppo. Il vento é leggero con qualche folata tesa. La prima metà gara sarà tutta controvento. Dopo il giro di boa, che corrisponde ad un ponte che attraversa il fiume Brenta, avremo vento a favore. Il parcheggio non é comodissimo. Cammino avanti e indietro un paio di volte tra l’auto e la zona di partenza e potrei aver consumato un po’ di energia. Ho fatto colazione alle 6:30, tre ore prima della partenza. Ho portato una barretta energetica, ma preferisco non mangiare.

Era da moltissimo che non partecipavo ad un evento così affollato. Ultimamente ho sempre scelto gare “minori”. Mi schiero alla linea di partenza e comincia a cadere qualche goccia molto fredda. Ho maniche lunghe, pantaloni corti e una fascia in testa. Dopo lo sparo attraverso la linea di partenza con 5″ di ritardo. I pacer dell’ora e venti sono molto avanti a me e con questo affollamento ci vorrà un po’ per riprenderli. Li raggiungo al km 2 grazie alla progressione di un atleta a cui mi accodo. Mi trascina sotto con gradualità. Lui finirà un minuto circa avanti a me, sopravanzando i pacer nella seconda parte di gara. Questo recupero mi costa un po’ perchè arrivo a 165 bpm. Non raggiungerò questa soglia fino al km 11, quando i giochi si faranno interessanti.

Dopo essermi accodato al gruppo me ne sto tranquillo in coda, cercando di stare riparato. In un paio di rotonde il gruppetto si allunga. Devo rallentare e poi spendere un po’ quando ci ricompattiamo. Nelle poche occasioni che ho di assaggiare il vento mi sembra abbastanza teso. Sarebbe difficile correre da soli. Proseguiamo ad un ritmo moderato, più lenti di queanto necessario per l’obiettivo ma a me sta bene. Si rallenta anche in occasione dei ristori. Mi accorgo che un atleta di fronte a me ha una scarpa slacciate. Può essere molto pericoloso in gruppo numeroso. Lo avviso e mi fa cenno che ne é consapevole. Altri lo faranno dopo di me. Ha le Asics Metaspeed. Deve essere frustrante spendere 200 euro per delle supershoes e poi ti devi fermare ad allacciarle.

Al km 8 c’è un colpo di scena. Una delle due donne in gruppo si tocca con qualcuno e vola a terra. Per fortuna non coinvolge nessun altro. Un pacer si ferma ad attenderla e prova a farla rientrare. Credo che fosse già abbastanza al limite perchè non riesce a raggiungerci nonostante il ritmo rallenti un poco. Il pacer ritornerà in gruppo, da solo, dopo 3 km. L’atleta arriverà seconda tra le donne. C’era già stato qualche piccolo incidente in precedenza ma senza grossi problemi. Dopo questo episodio capisco che c’è stanchezza ed é meglio stare attenti. Evito l’affollamento e rimango in coda. Non é la scelta ottimale, ma é la più prudente.

Ho preso una bottiglia di acqua al ristoro del km 5, mentre al decimo non ne sento il bisogno. Passo il km 10 in 38’17”. Siamo in linea con l’obiettivo al momento. Il bello viene adesso, però. E’ ora di rompere gli indugi. Prima ancora di attraversare il ponte e volgere le spalle al vento l’andatura aumenta. Probabilmente anche per il tifo in piazza a Mira. Con estrema cautela attraversiamo il ponte che ci sembra molto scivoloso. Da questo punto i pacer cominciano la progressione per riprendere il tempo perso nella fase iniziale. Da dietro ci arrivano le proteste di chi si stacca. Restiamo 4 o 5 accodati. Un paio si avventurano in avanti e aumenteranno il vantaggio terminando la gara ampiamento sotto l’ora e venti. Anche la prima donna prende qualche metro dai pacer, ma viene presto ripresa.

Io mi sento bene e ho l’mipressione di avere le forze per superare i pacer prima o poi. Man mano che si succedono i km, invece, comincio ad accusare la stanchezza. D’altra parte sto correndo al mio ritmo da 10.000. Dopo 5 Km a 3’43″/Km di media perdo progressivamente il contatto con i pacer e i due atleti che li seguono ancora. La ragazza si é staccata ed é dietro di me. Recuperà bene e mi supera dopo un km. Non riuscirò a tenere neanche la sua andatura, mi staccherò di 10 metri dopo di chè resteremo fissi a questa distanza. Da solo corro 3 km identici a 3’45″/Km. Forse era questo il mio ritmo ideale in questa fase. Forzare qualche secondo in meno mi ha affaticato troppo. Guardo i tempi sull’orologio e credo di essere ancora in linea per stare sotto 1h20′. Secondo i miei calcolo mi dovrebbero rimanere 20″ per completare i 97 metri successivi al km 21: dovrei fare una volata. Come spesso accade, però, la misurazione ufficiale non combacia con quella degli struenti satellitari. Probabilmente nel tornantino al ponte ed in qualche chicane si é persa la corrispondenza che fino a prima era abbastanza precisa.

Negli ultimi 2 km sono in difficoltà e non riesco a fare meglio di 3’50″/Km. Al km 21 dell’orologio ho 1h29’36”, però, il segnale in strada é ancora molto lontano. Ad occhio dovrei spendere altri 5-8″ prima di raggiungere il vero 21esimo Km. Mi frullano in mente un po’ di conti e capisco che per completare i 100 metri finali mi restano una decina di secondi. Dovrebbe farmeli Jacobs.

Non ho fiato per cercare la volata e dietro non sento nessuno. Mantengo la velocità fino al traguardo. La prima donna arriva 8″ prima di me. Il tempo giusto per preparare il nastro. Se tenevo duro potevo apparire nelle foto dei giornali dietro di le 🙂 La delusione per non aver rotto il “muro” degli 80′ dura un attimo. L’anno scorso quando ho corso in 1h22’02” mi dispiaceva non essere sceso sotto gli 82′, che in questa occasione ho superato con facilità. E’ una bella sensazione quando si é soddisfatti e resta ancora un po’ di fame per il prossimo obiettivo.

Analisi della gara. I primi 10 Km sono trascorsi in buon controllo, con frequenza cardio controllata. C’è stato un brusco cambiamento nella seconda parte. La stanchezza si é fatta sentire e il ritmo si é alzato. La frequenza cardiaca ha cominciato a salire, finchè a 2 km dalla fine ho un po’ mollato.
Parziali 5Km: 19:06, 19:11, 18:40, 18:49. Notevole il secondo 10.000 in 37’29”. Difficile dire dove si poteva fare meglio. Forse nella prima metà c’è stat oqualche rallentamento.

In conclusione il primo obiettivo (migliorare 1h22′ dello scorso anno) é senz’altro centrato. Dal secondo mi separano 20″. Formalmente non é acquisito ma non sono andato troppo lontano. L’obiettivo “straordinario” di 1h19′ non era raggiungiubile con questa preparazione, considerato anche il fatto che oggi molte cose sono andate per il verso giusto. Pensando a quello che si può migliorare direi in primo luogo l’alimentazione pre gara. Se non avessi iniziato la gara digiuno da tre ore forse avrei avuto qualche energia in più nel finale.

Ho avuto la fortuna di classificarmi secondo di categoria SM45. E’ sempre un piacere e un onore salire sul podio. Spesso é una questione di fortuna perchè ci sono un sacco di master molto forti in giro. In questa occasione, per esempio, il primo della mia età mi ha preceduto di ben 8′ con un gran tempo di 1h13′. Dietro di me sono arrivati dei “coetanei” a 15 e 17 secondi. In tre ci siamo giocati 2 posti sul podio per una manciata di secondi. L’anno scorso si vinceva la categoria con 1h22′.

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