Vediamo il lato positivo della mia situazione: non ho mai superato gennaio con tutte le unghie dei piedi al loro posto. Dicembre e Gennaio sono sempre stati mesi molto adatti agli allenamenti. Mi é sempre piaciuto correre col freddo. In questi mesi di norma accumulo chilometri in vista della maratona primaverile. Tutto ciò irrita molto i piedi, che reagiscono con gli ispessimenti della pelle, talvolta vesciche e l’immancabile colorazione violacea delle unghie di alcune dita, soprattutto del pondulo e del trillice.
Mi capitava anche da ragazzino e mi meravigliavo nel vedere la nuova unghia crescere sotto alla vecchia che piano piano viene sollevata fino a staccarsi senza dolore. Ho sempre pensato che più o meno fosse così che i serpenti cambiano pelle e le lumache il loro guscio.
Sarà strano, ma ho un senso di insoddisfazione nel vedermi i piedi senza i segni dei chilometri in strada.

Questa settimana doveva concludere la prima serie del primo macrociclo del periodo fondamentale ed erano già previsti dei test. Se non rientro nelle prossime due settimane il programma non ha più senso e sarà da rifare. Atrimenti, piano piano lo riadatto.
Ad inizio settimana ero abbastanza soddisfatto di come stavo. Intuisco qualche leggero miglioramento, ma quando mi sveglio al mattino o mi alzo dopo tanto tempo che sono seduto, la caviglia é sempre bloccata e per qualche passo non riesco a piegarla bene. Ho il solito punto dietro il malleolo che mi fa male al tatto. Dovrebbe essere l’origine del peroneo breve. La flessione plantare suscita dolore sopra al calcagno, nella zona di inserzione del tendine di Achille. Il dolore attorno al malleolo laterale sembra passato.

Questa settimana ho fatto ben 5 allenamenti di Stretching e potenziamento. Ho una routine che seguo ormai da qualche anno. Dura poco meno di un’ora. Ho cominciato con gli esercizi di stretching fondamentali e ogni volta che imparavo qualcosa di utile per me, lo aggiungevo. Successivamente ho aggiunto esercizi di potenziamento classici. In questo modo uso lo streching durante il recupero tra un esercizio di forza e l’altro. Trovo che ci sia una buona complementarietà. Attivo i muscoli, mai fino al punto di essere troppo stressati, e poco dopo li stiro. Ho 45″ di tempo per ogni posizione e 5″ per il cambio. Arrivo a fare una sessantina di intervalli.

Atri punti fondamentali di questa routine sono il raggruppamento dello stretching in 4 categorie e la “doppia passata”. Le categorie suddividono gli esercizi in base alla posizione di partenza: steso, seduto, in ginocchio, in piedi. Si passa da posizioni più rilassanti a posizioni che richiedono via via una maggiore attivazione del corpo e anche qualche stimolo propriocettivo. Chiamo “doppia passata” il fatto che dopo aver completato gli esercizi di una categoria, li ripeto una seconda volta. Trovo che l’allungamento di un gruppo muscolare sia sempre maggiore quando si esegue l’esercizio per la seconda volta. Ancor di più se tra la prima e la seconda volta il muscolo ha avuto tempo di rilassarsi e contrarsi con gli esercizi di potenziamento.
Questa assiduità mi ha portato al piccolo personale record di 15 piegamenti sulle braccia 🙂
Non ho svolto attività aerobiche in settimana. Il nuoto continua a scoraggiarmi. La bici é stata aggiustata ma non ho trovato l’occasione per usarla.
La settimana entrante comincerò la terapia manuale. Sono curioso di sentire l’opinione del terapista e la sua valutazione sui tempi di attesa per tornare a correre.

Di admin

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