Domenica correrò la Venicemarathon. Sarà la mia 22esima maratona, l’ottava che corro in laguna. L’obiettivo é migliorare il mio record tempo sulla distanza, che resiste da 20 mesi. Dovrò, quindi, impiegare meno di 2 ore 47 minuti e 43 secondi per percorrere 42 Km abbondanti. Mi sono allenato per questo e sono convinto di esserne in grado. Non voglio dire che sarà facile o scontato. Gli effetti dell’allenamento hanno sempre una componente misteriosa e aleatoria. Se anche si fossero creati i presupposti per una buona prestazione, ci sono un sacco di fattori che la possono influenzare. Si é in balia di condizioni atmosferiche, emotive, fisiologiche e mille altre sorprese totalmente fuori dal nostro controllo.

In ogni caso sono tranquillo. La recente esperienza di un infortunio (niente di grave o doloroso, ma quanto basta per non permettermi di correre per mesi) mi ha fatto capire che avere la possibilità di allenarsi per una decina di settimane e riuscire a raggiungere uno stato di forma ottimo é già una bellissima soddisfazione. In ambito sportivo, non c’è niente di peggio che non essere abbastanza in salute da non poter allenarsi. Per questo motivo domenica prossima, di fronte a Villa Pisani a Strà, troverò la tranquillità pensando che comunque vada ne é valsa la pena.

Nello stesso tempo mi sentirò in dovere di non sprecare la fortuna che mi ha accompagnato in queste 9 settimane. Proverò a dare consistenza al mio buon stato di forma attraverso una misura il più possibile appagante, senza rischiare e senza risparmiarmi. Cercherò di dosare nel modo più uniforme possibile lungo tutto il percorso il frutto di questa preparazione. Alla fine si faranno i conti e se il risultato non sarà quello desiderato, avrò un motivo valido per riprovarci ancora una volta.

Il 2 settembre dello scorso anno mi infortunai in allenamento. Dopo qualche settimana fu evidente che non ce l’avrei mai fatta a recuperare in tempo per essere sulla linea di partenza. Da allora aspetto questa nuova opportunità. Ho fatto giusto in tempo a mettermi in sesto per la Maratona di Treviso, il primo marzo. Rimasi molto soddisfatto di quella gara per il tempo ottenuto, a discapito della preparazione travagliata. Adesso mi é rimasta la fibrosi in qualche muscoletto all’interno del gluteo. In questi mesi ho lavorato molto per allungare la catena cinetica posteriore,  in modo da allentare la zona critica epermettergli un raggio di movimento maggiore. E’ stato molto istruttivo, ma ci vuole pazienza perchè i progressi sono impercettibile. Sembra di non migliorare migliorare mai. Solamente riguardando il diario di qualche mese prima mi ricordo cquanto male ero messo.

Forse sto diventando vecchio o forse sono i tempi di crisi, ma qualunque sia il motivo che mi porta a riflettere, credo che avere la possibilità di dedicarsi ad una passione sia un grande privilegio. E pazienza se per farlo si rubano ore al sonno o si consumano pranzi al volo. C’è chi é costretto a fare gli stessi sacrifici per scopi molto meno ludici. La consapevolezza di tutto ciò mi da’ serenità e un senso di gratitudine, rispetto ai quali non avrebbe senso sentirsi delusi di qualsiasi risultato.

Di Abro

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