Un antropologo australiano ha pubblicato un lavoro in cui sostiene che le prestazioni sportive umane sono andate drasticamente deteriorandosi dall’inizio dell’era industriale. Tracce di aborigeni australiani testimoniano che avrebbero potuto superare il picco di velocità di Bolt nei 100 metri, giovani tutsi del Rwanda erano in grado di saltare oltre 2,5 metri, ecc. Solamente il progresso tecnologico e scientifico degli ultimi 30 anni ha permesso che migliorassero le prestazioni atletiche. Nell’articolo di Repubblica c’è un’interessante anticipazione. Le possibili cause del fatto che siamo diventati tutti delle mezze cartucce sarebbero le scarse sollecitazioni a cui siamo sottoposti da qualche secolo. Nell’articolo non si fa menzione di un motivo che secondo me è fondamentale: la crudele e severa selezione naturale.
La perdità di prestanza fisica, però, non è uno svantaggio poichè le stesse incombenze (anzi, molte di più) possono essere svolte con l’uso di attrezzi e macchine. D’altra parte ci abbiamo guadagnato in minore mortalità infantile, salute e longevità.

Lasciamo pure agli aborigeni il record del mondo sui cento metri!

Di Abro

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