L’avevo detto che i primi caldi mi mettevano in difficoltà. La settimana scorsa quando la temperatura ha comincato a superare i 10-12 gradi sentivo di fare più fatica nel tenere ritmi “abituali”. Domenica, in gara, mi sentivo a mio agio solo quando c’era vento contrario. Appena cessava, sentivo calore salire dal petto fino in faccia. Mi son reso conto dopo 15-20 km che non avevo ossibilità di avvicinare le 3h. Ho cercato comunque di tenere duro fino alla mezza per non lasciare niente di intentato. Ho passato i 21.2 km a 1h29’54”. Un margine insufficente per gestire la seconda parte, considerando anche che la prima metà di gara ha un dislivello favorevole. Tutto sommato tengo bene fino al 30esimo che passo a 2h07’32”, con una proiezione ancora da 3h, ma al rifornimentodel 35esimo devo caminare. Bevo molto, cammino per 400m però poi recupero bene e i km successivi sono in progressione, da 4’40″/Km a 4’26″/Km. In affanno solamente l’ultimo km, chiuso a 4’45″/Km a causa delle salitelle, credo. Subito dopo il traguardo vedo Filippo Lo piccolo in tutta che sta aspettando qualcuno. Lo saluto e gli faccio i complimenti. Mi dice che ha fatto la lepre oggi, niente classifica per lui.

Al ristoro amici e compagni hanno avuto tutti problemi per il caldo. Non era una scusa quindi quella sensazione che avevo in corsa. Non è stata una giornata esaltante in generale, sia per la mia squadra che per gli altri amici e conoscenti. Tirando rapidamente le somme credo di poter essere soddisfatto della prestazione. Ho dosato abbastanza bene il rischio e la prudenza. Forse dovevo cominciare a bere sali anche prima del 35esimo, ma temevo i dolori al fegato dell’anno scorso. E’ proprio vero che ogni gara fa storia a se. Con condizioni atmosferiche ottimali non era esagerato puntare alle 3h. Fin al 30esimo ero in corsa per l’obiettivo. Quello che più mi incoraggia, però, è vedere che nei primi 10 km avevo una media di 4’13″/km ad una frequenza cardiaca per me ottimale (54 bpm). Solo al 15esimo, con temperatura ormai elevata, è cominciata la deriva cardiaca. Stasera o domani sera mi metto a guardare per bene grafici e tabelle.

Proprio oggi un bel post di Pizzolato (fedele lettore del mio blog ;-)) ) mi spiega con grande competenza e completezza il motivo delle difficoltà dovute alla variazione di temperatura in primavera: il fisico ha bisogno di 5-6 giorni per adattarsi al cambio di clima e aggiornare il processo di dispersione del calore. Il buon Orlando aggiunge che “Il cosiddetto cambio di stagione mette in crisi quei soggetti che hanno difficoltà ad attivare il processo di termoregolazione”. Mi considero tra questi, visto che di solito in allenamento sono meno coperto dei miei compagni di squadra.

Di Abro

2 pensiero su “Maledetta Primavera”
  1. Innanzitutto complimenti per il risultato più che buono nonostante tu non abbia raggiunto il tuo obiettivo. Per quanto riguarda il caldo sono d’accordo con te, l’innalzamento improvviso della temperatura non aiuta certo il maratoneta, per questo devi comunque considerare positivo il riscontro cronometrico .

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