Da queste parti non è facile trovare settimane poco umide. Quando capitano durante i periodi di luna piena, di notte si può correre senza temere di finire in un fosso, o essere stesi da un’auto. Sarebbe un peccato non aprofittarne. Per il secondo giorno consecutivo sono uscito prima dell’alba. Ho allungato il percorso (15 Km) e rallentato il ritmo (4’44″/Km). Questi lenti mattutini sono molto gratificanti.

All’inizio lo sforzo non è dei più semplici, il fisico si deve svegliare, la frequenza cardiaca fatica a salire, nonostante il respiro affannato e il senso di fatica. Dopo poco mi sciolgo, trovo il ritmo e mi rilasso. Mi piace passare silezioso tra casse in mezzo alla campagna, vedere qualche luce fioca che segnala una prima colazione di buon’ora e osservare le poche auto passare, quasi tutte lente e senza fretta. C’è meno ansia a quest’ora. Poi quando torno, alle 7:30 il sole si è appena alzato, i ragazzi che vanno a scuola cominciano a far rumore per strada e i genitori gareggiano tra loro con le auto. Insomma, comincia la giornata.

All’ora di pranzo sono uscito per fare un po’ di potenziamento in salita. Per puro caso ho trovato compagnia. La mia gamba, però era parecchio affaticata. Da solo difficilmente avrei affrontato tutte le 10 salite del cavalcavia e non avrei fatto la progressione di 2 Km al ritorno. Dopo la doccia sono andato in crisi di fame. Le gambe tremavano, avrei azzannato qualsiasi cosa durante il breve tragitto in auto che mi ha riportato in ufficio. Domani ho un inatteso primo pomeriggio libero che potrebbe consertirmi di superare gli 80 Km settimanali. Vorrei sfruttare i 20 Km che posso permettermi di fare per fare un buon medio. Tutto dipende da come stanotte riassorbirò la stanchezza. Credo che farò una doccia gelata alle gambe.

Per quanto riguarda il carico di allenamento sono in vantaggio di 15 rispetto alla maratona dello scorso autunno e 30 giorni rispetto ad un anno fa. Da tener presente, comunque, che un anno fa la maratona si è corsa 20 giorni dopo. In ogni caso, mi sembra di essere partito col piede giusto.

Di Abro

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