In certi periodi dell’anno quando corro con 17°C ho la sensazione di caldo e la ritengo una temperatura non ottimale. L’estate torrida, però, ha stimolato un adattamento climatico, tale per cui ora inizio a correre con dei brividi lungo le braccia quando soffia un po’ di brezza. Correre al mattino presto è molto piacevole e rilassante in questo perdiodo. L’alba comincia a tardare, per cui si può correre tra le 6 e le 7 con scarso irragiamento.

Stamattina le gambe erano messe davvero male. Ho fatto fatica a percorrere i 15 km di lento. Non son riuscito a fare una media migliore di 4’40″/Km. Sento i quadricipiti gonfi. Fatico ad allargare la falcata e riesco ad aumentare la frequenza solo per poco tempo, quando mi accorgo che sto rallentando.

La difficoltà muscolare mi limita a lavorare a bassa frequenza cardiaca: ho superato i 145 bpm solo nell’allungo finale. Dovrei correre più spesso a questi ritmi, o addirittura più lento. Purtroppo, però, mi manca il tempo. Se voglio fare tanti km, devo correre veloce …

Alle 12 c’erano più di 28°C. Il venticello che spira continuamente in questa settimana è sempre un sollievo, ma giorno dopo giorno comincia ad essere sempre più tiepido. Ero abbastanza motivato per fare 3 ripetute sui 2 Km (molto costante @3’54″/Km), con 800 metri di recupero a buon ritmo (~@4’15″/km). Anche oggi una bella sessione veloce. In tre giorni ho fatto 84 km @4’21″/Km di media. Decisamente troppo oltre le mie abitudini. Mi fanno male i soliti punti che soffrono i carichi: caviglia, tendine d’Achille e testa della tibia dell’arto destro. Domani mi sento moralmente autorizzato a non guardare troppo il km. Vorrei buttar su qualche km ancora, magari avvicinarmi a 100, ma il passo non ha importanza.

Di Abro

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