Ieri è stata presentata la 27esima edizione della maratona di Venezia. Quest’anno il numero delle iscrizioni è stato aumentato fino a 8000. Visti i problemi logistici (soprattutto all’arrivo) quando c’erano 2000 atleti in meno, questo è un buon motivo per arrivare al traguardo presto e lasciare la laguna altrettanto velocemente. A meno che uno non voglia prendersela con calma e godersi la giornata.

Chi non avrà problemi logistici sono i top runners. Solita decina di atleti del corno d’Africa, tra cui il vincitore dell’anno scorso Aredo. Storicamente i campioni in carica non si sono mai riconfermati.

Per quanto riguarda gli italiani, c’è molta curiosità per la prestazione di Giuliano Battocletti. Il trentino vanta un personale di 2h11’58” in maratona risalente al 2005. Dopo 7 anni riprova la lunga distanza confortato da buone prestazioni sulla mezza. Non dovrebbe stargli lontano Domenico Ricatti (Aereonautica), fresco campione italiano dei 10 km su strada. L’anno scorso a Milano ottenne un buon 2h16.

Per la “seconda fascia” di atleti italiani ci sono Simion e Boudalia. Entrambi meriterebbero di essere tra i favoriti (Africa esclusa), ma il primo mi ha confermato l’obiettivo di fare un test in vista di una maratona invernale (si fermerà al parco di San Giuliano come due anni fa?), mentre il secondo ha perso un po’ di brillantezza sulle lunghe distanze. Ultimamente il bellunese di origine maghrebbina sembra preferire le distanze più brevi.

Gli italiani da 2h30′ sono Michele Bedin, Marco Boffo (più a suo agio nelle ultramaratone), l’alto atesino Ruggner e Giovanni Iommi.

Da tenere d’occhio l’ucraino Matviychuk, che solitamente si mette a servizio come pace-maker. Se avesse via libera potrebbe limitare lo strapotere africano.

In campo femminile l’italia è presente con Martina Celi, campionessa d’Italia nel 2011 prima dell’arrivo della pigliatutto Straneo, e Monica Carlin, ultramaratoneta trentina che ormai è di casa nel veneziano.

Di Abro

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