1 glo porta 300.000.000 di molecole di hb => 1.2 mld atomi di o2

Prendo spunto da un interessante post per parlare di sangue. Da tempo mi pongo una domanda. Cerco di formularla meglio che posso.

Presupposto: Sembra ormai assodato che il corpo umano reagisca ad una sollecitazione stimolando adattamenti anatomici e fisiologici che lo rendano in grado di far fronte al ripresentarsi di uno stimolo simile o maggiore. Questo sta alla base della teoria della supercompensazione, tra le altre cose. E’ anche il motivo per cui per migliorare in uno sport ci si allena. Il che non è del tutto banale, filosoficamente parlando …

Evidenza: gli atleti che praticano sport che necessitano di un grande consumo di ossigeno, tipicamente gli sport di resistenza, hanno una concentrazione di globuli rossi nel sangue, quindi di ossigeno, inferiore alla media.

Domanda: Perchè se mi alleno per correre forte per tanto tempo, il mio corpo mi fa lo scherzo di mettermi a disposizione meno ossigeno? Non è strano? Non sarebbe più ovvio se arricchisse il mio sangue con più ossigeno, per rendermi in grado di affrontare più facilmente una prolungata attività aerobica?

D’altra parte questo è quello che succede con il doping (EPO e autoemotrasfusioni). Si aumenta in maniera artificale la concentrazione di globuli rossi. Il nostro corpo non potrebbe praticare un arricchimento autogeno? Ho provato a darmi una risposta e son riuscito pure a convincermi … 😉 Un effetto secondario di questo ragionamento è un ulteriore conferma del mio parere negativo alla “legalizzazione” del doping. Ma questo può essere un tema per un altro post.

Proviamo a rispondere: per provare ad azzardare una risposta bisogna buttare sul tavolo qaualche altro elemento.

punto 1 – un sangue denso è poco fluido e quindi più difficile da spingere in giro per il corpo. Un alto valore dell’ematocrito quindi segnala il possibile rischio di affaticamento cardiaco oltre che l’eventualità di crisi cardiache dovuti all’ostruzione arteriosa (trombosi? infarti? ci vorrebbe un medico …)

Il punto 1, quindi evidenzia che l’aumento dell’ematocrito a seguito di intensa attività aerobica, solo a prima vista soddisfa il presupposto inizale. In realtà mette in crisi ancora di più l’organismo. A questo punto mi sento di dire che l’evoluzione ha preso la strada giusta anche se meno banale: salvaguardia prima di tutto la sopravvivenza.
Però resta il fatto che più mi alleno per correre tanto e più cala l’ossigeno in giro per il mio corpo. Questo va contro il mio scopo. E’ come se, guidando l’auto, più accelero e più l’auto toglie gas, per diminuire la probabilità di schiantarmi su un muro.

Servono nuovi elementi.

punto 2 – C’era un economista che sosteneva che per misurare la ricchezza di uno stato non è sufficente sapere quanti soldi ci sono, ma anche quanto velocemente questi soldi circolano. Quello che conta è il flusso, cioè la quantità di ossigeno (o di soldi) che transita per ogni secondo. Tornando a noi, la fibra del muscolo allenato si vede passare un flusso di sangue poco denso ma veloce e quindi passano tanti globuli rossi. Appena si prende un po’ di ossigeno la velcità della corrente gliene mette a disposizione subito degli altri. La fibra del muscolo “sedentario” invece vede un flusso di sangue ricco ma lento. Affamata di ossigeno se ne prende un po’, ma poi deve aspettare un po’ che scorra lentamente il sangue perchè arrivi ancora dell’ossigeno. Ho fatto un po’ di scena ma il succo è questo.

punto 3 –  le fibre dei muscoli hanno, chi più, chi meno, dell’ossigeno che gira attorno. Per usarlo, però, è necessario avere gli strumenti per catturarlo e renderlo disponibile. Questi strumenti si chiamano mitocondri. Più ci si allena e più aumentano e quindi ho più ossigeno per i miei muscoli.
Fantastico! Allora vorrei avere i muscoli pieni di mitocondri! C’è però un problema. O meglio, più di uno. La concentrazione di mitocondri rallenta la contrazione, quindi fa diminuire la velocità. D’altra parte lo sforzo anaerobico (quello della corsa veloce e breve) tende a distruggere i mitocondri. L’esperienza conferma: é evidente che o ti alleni per i 100-200 metri o per i 5-10 Km. Non puoi dare il meglio su entrambi. Inoltre, mantenere in vita i mitocondri costa. Quindi se il corpo non segnala periodicamente la loro necessità attraverso sforzi aerobici prolungati vengono via via eliminiati.

Il punto 3, quindi, suggerisce che avere un sacco di ossigeno in giro per le vene è inutile se poi non ci sono recettori a sufficienza per utilizzarli. Questi recettori sono costosi e quindi ne abbiamo il minimo indispensabile per il tipo di attivtità che mediamente facciamo.

Se son riuscito a spiegarmi bene, la strategia che adotta il nostro sistema fisiologico dovrebbe essere chiara: i muscolo chiedono tanto ossigeno, aumento un po’ il numero di mitocondri e li “foraggio” migliorando il sistema di trasporto del carburante, visto che aumentare il carico sarebbe costoso e pericoloso.

Di admin

2 pensiero su “Le ragioni, secondo me, dell’anemia dello sportivo”
  1. Grazie per “… un interessante post…”! 😉

    Concordo su tutto!
    Il “trucco” di alcuni famosi dopatori pionieri dell’eat è stato proprio voler far passare tali modifiche (miglioramenti del funzionamento della macchina-corpo) come malattia!

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