Sono contento di chiudere l’anno con una soddisfazione cronometrica. Le altre gare di quest’anno sono state importanti per vari motivi, ma solamente in quest’ultima ho trovato un risultato che mi fa fare un bel passo in avanti. E’ quello che ci voleva per cominciare a prepararmi per un 2015 alla grande.

Andiamo con ordine. Mattino uggioso, pioggia leggera, quasi vaporizzata. Per ora non c’è vento e questo é positivo. La temperatura, attorno ai 14°C, é alta per questa stagione. Con la pioggia mi trovo bene, direi che é il mio clima ideale per correre. Non ho voglia di aspettate la navetta e quindi faccio a piedi i 2 km abbondanti che separano la partenza dall’arrivo. Mi trovo con i compagni di squadra e con loro mi cambio e faccio riscaldamento. Era da una vita che non passavo il pregara con una squadra numerosa e affiatata come in questa occasione. La zona di partenza é ideale. C’è un enorme parcheggio sotterraneo dove si può cambiarsi e riscaldarsi all’asciutto. Mi accorgo subito di stare bene. Gli allunghi vengono facili, sento il bacino sciolto. Non mi sento proprio leggerissimo, in quest’ultima settimana ho esagerato un po’ con il cibo e ho messo su un chiletto rispetto alla maratona di due domeniche fa.

Odio sentire la gente che parla alla partenza, mi mette molta tensione. Vorrei che stessero tutti zitti … lo sparo che da il via é sempre una liberazione. In questa occasione sto più attento e cauto del solito, perchè dopo 100 metri c’è una lunga curva ad U, alla fine della quale quasi mi fermo ma per fortuna non ci sono problemi. Il rettilineo subito dopo é molto ampio e mi permette di recuperare qualche metro. C’è un gruppo interessante con le prime donne un po’ più avanti, ma devo impegnarmi a fondo per raggiungerle. Ce la faccio solo poco prima del km 2, sfruttando la scia di diversi atleti partiti troppo forte. Tra gli atleti che ho superato, Alessandro e Giovanna Ricotta. Nel gruppo c’è la prima donna, Giovanna Pizzato, Giorgio Centofante, che le fa il ritmo e la aiuta per quasi tutta la gara, un altro atleta che non riconosco ed Enrico Simoli. Ci sono atri atleti in coda, che si staccheranno dopo poco. Ho appena il tempo per riprendere fiato, con il passo che é abbordabilmente appena sotto i 3’40″/Km, che c’è una grosa accelerazione, per lo più credo sia dovuta a fattori emotivi legati al passaggio in centro nella zona del traguardo. Facciamo 2 Km a 3’32″/Km. Rimango appeso per un pelo.

Sto sempre al coperto in un gruppo che ormai si é ridotto a 5 componenti. Il sesto non sarebbe molto lontano. Davanti a noi, infatti c’è Marco Boffo. Difficile corerre da soli con questo vento. E’ probabile che ci stia aspettando. Facciamo 2 km abbastanza lenti, probabilmente per recuperare. Ho il tempo per alzare la testa e guardarmi attorno e noto che l’uomo con la bici che ha il compito di scortare la prima donna é il mio vicino di casa … Quando qualcuno davanti decide di andare a riprenderlo facciamo altri 2 Km a 3’33″/Km, pasando per il centro di Padernello. Si arriva al decimo km, che io passo in 35’57”. C’è un nuovo rallentamento, dovuto al rifornimento, ad un leggero dislivello, al fatto di essere in aperta campagna ed infine alle curve con pozzanghere e tanta acqua. Fatta l’ultima curva proprio al km 12 si torna verso San Luca con una nuova tirata a 3’33″/Km, nuova curva e si sbatte contro il vento: 3 Km a lottare con il vento in faccia e la pioggia, leggera, che continua a scendere. Continuo a stare al riparo, ma sono in difficoltà nonostante siamo tornati a 3’40″/Km. Nelle curve dopo il km 15 perdo una decina di metri dal gruppo. Sono stanco e le accelerazioni dopo le curve mi fanno perdere continuità. Negli ultimi 5 Km viene fuori la mia impronta da maratoneta, che paga gli strappi e le ripartenze, ma capace di progressioni di diversi km.

Cerco il mio ritmo, pensando di dover terminare la gara da solo, ma grazie ad un 17esimo km in 3’36” mi rifaccio sotto. Proprio mentre raggiungo il gruppo, i due davanti prendono 10 metri di vantaggio. Li conosco, sono Boffo e Simoli. Non so se sono loro ad accelerare o gli altri che non riescono a tenere il passo. Dopo aver ripreso fiato mi accorgo che i due hanno un buon vantaggio. Ormai manca poco, é ora di dare tutto. Mi metto in fronte al gruppo, sfruttando il fatto che il vento é laterale e accelero un pochino. Dietro di me sento i passi allontanarsi, sembra che nessuno mi voglia seguire. Allora proseguo da solo. Mi ci vuole un km in 3’32” per recuperare i due “fuggitivi”. Arrivo sfinito alle loro caviglie. Qualche volta perdo contatto, ma riesco comunque ad averli come riferimento. Conosco bene queste strade e so che dopo la penultima curva ci sono 2 Km di rettilineo a favore di vento che immette negli ultimi 200 metri. E’ qui che voglio spremermi del tutto.

Girato l’angolo, però, Boffo aumenta il passo, Simoli lo segue e io prendo metri. Non ho la gamba per stare sotto i 3’30″/Km. Guadagnano in fretta. Nonostante un 20esimo km a 3’31″/Km netti (il più veloce della gara! mezzo secondo più veloce del quinto e un secondo più veloce del 18esimo) perdo 20 metri. Simoli, però, paga lo sforzo e molla. Lo punto come riferimento. Vedo che corre composto e mi sembra non faccia fatica. Faccio uno sforzo per raggiungerlo, sperando di potermi giocare uno sprint. Quando lo affianco, però, vedo che anche lui é stanco. Mi sento più sicuro a giocarmi una posizione con una progressione piuttsto dello sprint. E’ sempre una incognita affidarsi a gambe innondate di acido lattico. Sfrutto il momento di difficoltà del mio avversario per prendere un vantaggio che poi cerco di mantenere con un ultimo km in 3’35” Davanti Boffo non guadagna più e mi fa da riferimento. Per qualche secondo spero nella possibilità di poterlo riprendere. Mi affaccio sul rettilineo e sparo tutto in 150 metri a 3’10″/Km. Non mi volto per guardare il distacco, il mio obietivo é il cronometro. Chiudo con un bel 1h16’39” per la 13esima posizione.

Attendo i componenti del gruppo con cui ho trascorso una quindicina di Km per complimentarmi con loro. A Venezia sono stato io a fare il gioco degli altri, prendendo vento in faccia. Oggi ho tratto vantaggio del loro lavoro. Così é la vita. Sono molto felice per il mio tempo. Visto i personaggi con cui mi son giocato la posizione penso di essere tra i primi della mia categoria. Invece le nuove regole Fidal che classificano come Master sia gli amatori che gli agonisti mi relega al sesto posto. Pazienza, ci riprovo al prossimo anno.

Sono convinto di poter riprendere il cammino di crescita interrotto lo scorso anno. Ora, però, mi aspetta una settimana di riposo.

Di Abro

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