Un’altra settimana non ottimale. Allenamenti troppo concentrati (90 km in 3 giorni) e pause troppo lunghe nel fine settimana. Si fa quel che si può.

Lunedì: zero km. Ho avuto problemini di salute in famiglia e quindi non ho avuto l’opportunità di correre. Pazienza, ci sono momenti in cui bisogna dare tutto il tempo necessario a cose più importanti. Essendo piuttosto riposato, alla sera ho fatto una bella oretta di core training.Ho lavorato molto soprattutto sulla catena cinetica posteriore e cingolo pelvico. E’ stata una bella sudata.

Martedì: ero super motivato a recuperato i km in arretrato, ma attualmente non sono nelle condizioni di assorbire carichi troppo elevati. Al mattino ho corso per 18 km alla media di 4’27″/Km in leggera progressione. Non tenevo con facilità quel ritmo come nello scorso dicembre, per cui lo sforzo é stato un po’ più elevato di una corsa lenta. Ho fatto colazione con 230 grammi di yogurt magro (metà greco), cereali, miele, una decina di biscotti, e circa 30 grammi di proteine in polvere sciolte nell’acqua. Tante proteine, pochi zuccheri e solo quattro ore per recuperare. Risultato: all’allenamento di pranzo non ho tenuto per più di un’ora. Già in fase di riscaldamento sentivo le gambe molto imballate e una leggero dolore all’altezza del fegato. Pensavo che il primo problema passasse man mano che mi scaldavo. In effetti a parità di sforzo ho fatto la seconda ripetuta più velocemente. Il secondo problema mi preoccupava di più. Di solito il dolore al fegato mi capita quando bevo sotto sforzo (non era questo il caso) oppure (me lo dice la letteratura) quando viene richiesto glicogeno al fegato. Ho capito di avere le batterie scariche. Le prime tre ripetute, però, sono andate discretamente, il dolorino era sopportabile. Dopo 500 metri dalla quarta ripetuta, però, ho sentito una fitta molto dolorosa e ho dovuto rallentare e rinunciare a continuare l’allenamento. Passato il dolore non sono riuscito ad accelerare significativamente. Ero completamente svuotato e cominciava a girarmi la testa. Alla fine, 18 Km al passo medio di 3’59″/Km, qualificati da 3x3Km al passo medio di 3’45″/Km e recupero di 1 Km in 4′.

Mercoledì: gambe di piombo, indolenzite. A pranzo parto con le scarpette leggere perchè in programma c’è un 8x200m in pista, ma per strada mi vengono dubbi. Sono letteralmente piantato a terra da una forza di gravità che mi impedisce di alzare le ginocchia. Per fortuna i numerosi brevi scatti nei 4 km abbondanti di riscaldamento mi sciolgono un po’. Decido di fare queste ripetute e alla fine i tempi non sono male. Media di 2’52″/Km, molto vicina ai miei migliori tempi di novembre, quando curavo soprattutto la velocità. Il recupero tra ciascuna prova consisteva in un giro di pista in circa 2’5″-10″. Concludo finalizzando l’allenamento con 5 Km di medio a 3’49″/Km.

Giovedì: é il giorno del secondo lungo. In programma c’erano 38-40 km. L’idea era di farne più di metà lentamente (appena sotto i 4’30″/Km), per poi farne un tratto ad una andatura vicina al medio. Non volevo fissare in modo preciso distanze e ritmi perchè dopo i 30 km in un periodo di allenamento intenso ci sono un sacco di variabili in gioco. Dalla stancehzza generale alla digestione della cena precedente. Nella gara queste variabili sono un po’ “meno variabili” per effetto del periodo di scarico. Ho corso lungo la Treviso-Ostiglia da Quinto a Loreggia. La prima ora e mezza di corsa é passata bene. Mi paice correre per 20 km in linea retta. Non hai la tentazione di fermarti prima. Il paesaggio é splendido, poca gente e pochi cani quasi tutti al guinzaglio. I lavori di adattamento di questo vecchio tracciato ferroviario in pista ciclopedonale sono una splendida risorsa per il nostro territorio. Arrivato a Loreggia la ciclabile si interrompe all’altezza del Muson dei Sassi. A sinistra si va verso Padova, a destra viene indicato Asolo a 27 Km. Proseguo per Asolo per arrivare a 20 km e poi mi giro per fare la stessa strada al ritorno. Percorro i primi 24 km alla media di 4’24″/Km in leggera progressione. I parziali sono un po’ falsati per i numerosi attraversamenti pedonali. Dopo questa prima parte faccio 10 km al passo medio dei 4’/Km. Risulta una media di 4’04″/Km per effetto ancora una volta degli incroci con le strade trafficate. Spesso in questi incroci c’è una discesa e una salita che spezzano il ritmo. Dopo questo tratto di medio volevo fare i rimanenti 6 km lenti. Le gambe (o forse la testa?) mi hanno abbandonato completamente, mi sentivo senza forze. PEr un paio di km é stata sofferenza pura, così ho deciso di abbandonare poco dopo i 39 km. Non ero in grado di arrivare a 40 …. correvo come uno zombie, diventava poco allenante e allora non valeva la pena soffrire per niente. Forse era destino che completassi il lungo con 39 km come gli anni che compio oggi.

A questo link i dettagli dell’allenamento e la mappa, che in questo caso é piuttosto interessante.

Esami del sangue

Ho ricevuto l’esito degli esami del sangue della donazione in plasmaferesi del 10 dicembre scorso. Ottimi valori dell’emocromo, ai massimi da quando mi alleno:

Globuli Rossi: 5.24 10^6/mm³

Emoglobina: 15.5 g/dL

Ematocrito: 47.1%

A dicembre stavo molto bene. Avevo recuperato e supercompensato maratona e maratonina. Peccato non aver piazzato una gara da 10 Km. Ci stava proprio in quel periodo in cui mi stavo concentrando sulla potenza aerobica. Questo lo storico dei miei valori ematici.esamesangue

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