Il tracciato della Maratona d’Europa (Trieste) condiziona pesantemente la strategia di gara. Inizia in modo invitante per 19 km. Leggera discesa, solo in qualche tratta un po’ più accentuata. Al 19esimo uno strappo di 500m, si scollina e poco dopo un altro strappo simile porta a metà gara. Alla mezza c’è solo un momento di pausa, ma la salita continua più leggera fino al 25esimo. A questo punto un lungo tratto in leggera discesa, fino al lungomare, per gli ultimi 7 km molto panoramici fino in città.

A mio parere partire veloci sfruttando la discesa è molto rischioso. Ci si potrebbe trovare in difficoltà quando il terreno diventa favorevole, in discesa. Il mio intento per la prima metà gara, quindi, è tenere il ritmo di 4’30″/Km per i tratti pianeggianti, lasciar andare di più le gambe nei tratti in discesa (circa 10 secondi in meno, suppongo) e affrontare con cautela le salite che mi porteranno ai 25 km, tenendo un occhio alla frequenza cardiaca. Vorrei restare sotto i 150 battiti fino al 19esimo e permettermi brevi e piccoli sconfinamenti fino alla mezza. Per gli altri 4 km di salita si può fare un sacrificio (in termini energetici) e tenere i 160 bpm come limite superiore. Vorrei evitare i picchi e gli sforzi che ho fatto sia a Treviso che a Venezia. Per il tratto rimanente, saranno le energie residue a dettare il ritmo. Spero di recuperare il tempo perso in salita.

L’obiettivo, molto ambizioso, è 3h10′. Inteso come una meta alla quale cercare di avvicinarsi e non un limite entro il quale stare. In ogni caso sarei ampiamente appagato se riuscissi a stare sotto il mio personale di 3h18′ in un tracciato così difficile.

Di Abro

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