Stamattina non ho avuto tempo per far più di 8 Km. Mi sono alzato tardi rispetto al solito e le gambe erano molto arruginite. Ho provato un percorso diverso dal solito, che mi fa guadagnare qualche minuto perchè non devo attendere il semaforo verde per attraversare una strada trafficata. E’ il pecorso delle mie primissime uscite in pausa pranzo. Quando in 40′ riuscivo a portare a casa 6-7 Km. E’ misto sterrato/asfalto, con qualche curva che spezza il ritmo, poco panoramico e poco rilassante. Per di più è chiuso da strade molto trafficate e la ferrovia, per cui oltre all’anello di 2 Km non c’è la possibilità di varianti che allunghino il tragitto.

Sono uscito anche in pausa pranzo per almeno tre motivi: (1) non ho fatto un gran chilometraggio al mattino, (2) sono imballato e ho bisogno di sbloccarmi per le prossime uscite, (3) sembra che oggi sia la giornata più fresca della settimana. In realtà il caldo comincia a piacermi. Mi limita e e rende tutto più difficile, sia l’allenamento che semplicemente rivestirsi senza sudare. Però da soddisfazione constatare che si riesce a mettere in saccoccia diversi km, mentre l’anno scorso mi ero arreso (oggi, 9 luglio ho uguagliato il totale dei km percorsi in tutto il mese l’anno scorso). Ancora più piacevole è riuscire a “vivere col caldo”. Mi dicevo: possibile che oggi siamo costretti a passare da un locale climatizzato all’altro, mentre i nostri genitori (e noi stessi da piccoli) viaggiavano in auto senza aria condizionata, giocavano a pallone con 30 gradi, lavoravano duramente nei campi sotto al sole? Non è che siamo noi troppo abituati a “condizionare” l’ambiente in cui viviamo, invece di adeguarci ad esso?

Credo che come per la corsa di resistenza, anche per l’adattamento al clima, ci si deva abituare con gradualità e costanza. Per questo è stata una buona idea continuare ad allenarsi quando in primavera le gironate da 23-24°C sembravano torride e la velocità media degli allenamenti si abbassava portando con se l’umore.

Una bella lezione per i prossimi anni. Naturalmente è indispensabile non esagerare. Si sente di un sacco di gente, anche giovani ed allenati, che ci lasciano le penne durante una corsetta sotto al sole. Un occhio in più al cardiofrequenzimetro in questi casi non fa mai male.

Di Abro

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