La lotta per i primi posti della maratona di Treviso è stata molto interessante e spettacolare, seppur di livello mediocre. I due etiopi annunciati non sono nemmeno partiti, lasciando aperte le prime piazze ai volti noti del podismo triveneto. Said Boudalia, incurante dell’età, si è confermato sui tempi attuali. Col passare degli anni, come è logico attendersi, la sua prestazione cala progressivamente, tuttavia cala anche il livello dei suoi avversari.

Al passaggio dei 10 Km si sono già formati i due gruppetti al seguito delle lepri. Dietro Abdullah Boumussa, al passo di 3’15″/Km, hanno corso al riparo Boudalia, con cui condivide le origini marocchine, l’ungherese Adam Kovacs e Francesco Caliandro, che aveva in programma solamente un test in funzione di un’altra maratona primaverile.

Dietro loro transitano i trevigiani Signorotto e Bernardi, incaricati di tenere il passo di 3’20″/Km per Simone Gobbo. Assieme a loro Hermann Achmueller. L’altoatesino riesce sempre ad esprimersi a buon livello.

A metà gara i gruppetti cominciano a perdere i pezzi. Dal primo Caliandro si stacca e proseguirà rallentando progresivamente fino al km 30. Dietro loro Achmueller decide di tenere il suo passo e non seguire le due lepri.

Transitato sul Piave, Said Boudalia mantiene il passo mentre Kovacs non regge e, senza cadere in crisi, si stacca per tenere un ritmo sostenibile. La strada è ancora lunga. Al km 30 l’ungherese ha già un ritardo di 1’24” e precede Simone Gobbo di 1’36”. Ancora più dietro Achmueller a 1’20”.

Il vantaggio di Boudalia continua ad aumentare fino ai 2’56” sull’arrivo. Per completare il podio si assiste ad uno sprint mai visto a Treviso. Simone Gobbo subisce una clamorosa crisi. Già da qualche km dalle foto e dal servizio di Raisport si vedeva che aveva un volto molto sofferente. Perde in pochi km gli 80″ di vantaggio su Achmueller. Sull’ultimo rettilineo l’altoatesino recupera a doppia velocità. Solo il pubblico permette a Simone di mantenere la piazza. Quando si accorge del recupero, col terrore sul viso ha accelerato quanto basta per portare il pettorale oltre il traguardo per primo. Il trevigiano crolla a terra stremato, mentre Hermann esulta e si rammarica per l’impresa sfiorata. Va subito a complimentarsi con Simone. Un grande sportivo!

Per quanto riguarda Simone Gobbo è stata sicuramente una esperienza utile. Non credo sia andata esattamente come si aspettava. D’altra parte per uno specialista di 10Km e mezze maratone non bastano pochi mesi di preparazione per rendere al massimo nella lunga distanza. Tanto per citare un grande nome, Gebrselassie ha impiegato un paio anni per trasformarsi da diecimilista a maratoneta.

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