Torno a casa da Trieste con un risultato a sorpresa. Ci tenevo moltissimo a migliorare il mio tempo sulla mezza maratona, dopo 18 mesi che non ne correvo una. Il tempo ufficiale è 1h18’39”. Il real time è di circa 7-8″ in meno. Sono arrivato 22° nella classifica assoluta e in una categoria (quella della mia età) molto affollata di grandi atleti (tra cui gli amici Pitteri e Daris). Il mio miglior tempo precedente era di 1h18’56”, fatto a Paese. Ho migliorato di 17″ (23″ se consideriamo il real time).Il passo medio è stato di 3’43″/Km. Considerato che in allenamento recentemente avevo fatto un 10 km a 3’46″/Km (che mi aveva sfinito) e un 4x3Km a 3’50″/Km di media, ho ben ragione di dichiararmi sorpreso del risultato.quattro

Questa è stata la mia esperienza. L’analisi della gara fra qualche giorno.

La giornata è stata quasi perfetta. Bel tempo e clima giusto con la squadra. Eravamo in 22 iscritti, tanti per una trasferta così lunga. Abbiamo raggiunto Trieste con un pulman comodo e spazioso. Abbiamo avuto tanto tempo per chiaccherare e rilassarci. Gli aspetti negativi riguardano l’organizzazione. Però vorrei lasciarli alla fine, è sempre antipatico lamentarsi.

Scendiamo in un’area di sosta dell’autostrada a Duino e attraverso un cancello raggiungiamo la zona di partenza. Non abbiamo molto tempo. Ho dormito poco la notte. Il concerto dei La mente di Tetsuia è terminato a mezzanotte e per molto tempo ho dovuto tenere (a turno) le bimbe in braccio. La schiena non ha gradito. Non mi sento particolarmente in forma, tuttavia sento di avere forza nelle gambe e mi sento leggero. E’ il tipico sintomo di un buon scarico.

In griglia si sta stipati, impossibile muoversi per un quarto d’ora. La partenza è molto concitata, c’è una curva stretta dove ci si ferma e poi finalmente la strada si allarga. Recupero un po’ di posizioni, senza forzare troppo. Il caldo si sente e mi preoccupa. I primi 3.5 km sono in salita, la mia velocità non è elevata e il PB è l’ultimo dei miei pensieri. A Sistiana si scavalla la collina e si torna sulla strada costiera. Comincia la discesa. Faccio gruppetto con altri due. Un ragazzo con la maglia gialla e uno dell’A.S.D. San Giacomo, squadra Triestina. Ci alterniamo in testa, anche se per la verità resto abbastanza coperto.

Si viaggia bene per qualche km. Fccio scelte diverse della traiettoria rispetto ai miei compagni di gruppo. Io taglio le curve e cerco la via più breve. Loro cercano di stare dal lato della montagna per proteggersi dal vento. Il vento c’è ma non è troppo forte. Nei rettilinei ritorniamo assieme. Il km 8 accelero per raggiungere altri due che da unTrieste 2014 pezzo vediamo avanti di 20 metri ma non riusciamo a raggiungerli. Allungo un po’ il gruppetto ma riusciamo a stare tutti uniti. Ora siamo in cinque, ma resisteremo solo altri 2 km. Dopo il rifornimento del km 10 (che evito) il ritmo cala. Davanti a me vedo un ragazzo sudafricano, Enoch, che conoscerò dopo l’arrivo. E’ un triatleta, da qualche mese in Austria per preparare un Ironman. Anche lui fin dalla partenza è stato davanti 20-50 metri. Al km 10 decido di andare a prenderlo. Dietro non mi danno cambi da un po’ e sento che non mi seguono. Enoch viaggia bene, ma è poco regolare. A volte fatico a stargli dietro, poi rallenta e si mette dietro di me.

Poco prima di Miramare, la discesa è un po’ più ripida e facciamo 2 km molto veloci (3’36”-29″/Km). Al km 14 si arriva in pianura. E’ qui che si vede chi tiene! Al rifornimento Enoch prende un gel chiede acqua, ma pasticcia al rifornimento e perde qualche metro. Mi chiedo quale sia il motivo per prendere un gel quando mancano 15 minuti di gara e sei a tutta. Il corpo non riuscirebbe a digerire neache in micron di zucchero con uno sforzo di questo tipo. Rallento un po’ per aspettarlo (3’44″/Km il km 16), ho sfruttato molto il suo passo in discesa, è giusto ricambiare. Ripreso il ritmo di 3’40″/Km, mi resta dietro per poco, poi lo sento mollare. Solo in questo momento guardo la media nel mio cronometro e capisco che posso ambire al personale. Decido quindi di andare per la mia strada invece di giocarmi uno sprint a cui non sono abituato. Dal km 18 sono solo. Sento le gambe che girano libere. Una bella sensazione, la gente che applaude e incita. Non mi volto, capisco il ritardo di chi mi segue dagli applausi alle mie spalle. Da qualche km si sente il vento contrario, che mi rallenta a 3’47” al km 19. Solo un paio di raffiche, niente di esagerato. Se non ci fosse stato un po’ di vento, probabilmente il cado sarebbe stato ben più fastidioso. E’ bello vedere avicinarsi i palazzi che circondano Piazza Unità d’Italia.

Dal pubblico sento dire di stare tranquillo che non c’è nessuno dietro. Finalmente si curva nella piazza. Ricordando l’arrivo del 2010, pensavo che il traguardo fosse 200 metri dopo, ed stancoinvece era subito dopo la curva. Un po’ sorpreso accelero al massimo. Dopo 20 secondi arriva Enoch, raggiunto e battuto in volata da un atleta marocchino. Lo saluto e parliamo un po’.

Dopo varie peripezie per trovare qualcosa da mangiare, recuperare la borsa e trovare l’autobus che porta alle docce riesco a guardare la classifca. Scopro con sorpresa la mia posizione, poi vado a guardare il mio tempo di Paese del 2012 e capisco di aver fatto il personale. Prima di tornare a casa mi godo la passeggiata sul molo, il sole, la città e la compagnia.

Lamentele
In genere non mi piace lamentarmi, soprattutto quando sono coinvolti molti volontari che si impegnano gratis per la riuscita della manifestazione. Odio sentire le lamentele tipo “la medaglia è troppo piccola”, “volevo una maglietta fucsia”, “il the al ristoro era poco zuccherato” … . Però se si organizza un evento con 2-3000 persone bisogna quanto meno garantire un rapidissimo deflusso dalla zona d’arrivo. Non si dovrebbe aspettare più di 2 minuti la propria borsa, anche per motivi di salute. Ho assistito un assalto ai camion, e per fortuna quando sono arrivato c’erano solo 20 persone prima di me. Ho dovuto chiedere dove potevo avere un po’ di acqua, dopo l’arrivo non c’erano indicazioni. Mi dicono che dovevo attraversare una piazza affollata. Mi sono incanalato per sbaglio nel punto di ristoro della 10 km non competitiva e ho perso 40 minuti per trovare l’autobus che mi portava alle docce. Queste sono aspetti fondamentali da garantire in manifestazioni di questo tipo.

Pazienza per la zona di partenza confusa e sovraffollata, le difficoltà per trovare da mangiare all’arrivo (il pasta-party era scarsissimo e la zona ristoro affollatissima e povera). Questi sono solo aspetti di dettaglio, che tuttavia concorrono a dare un senso di delusione a chi ha partecipato. Per fortuna la giornata era splendida e la città e il golfo incantevoli. Gli organizzatori hanno già dimostrato negli anni passati di saper fare le cose per bene. Speriamo solo sia un anno storto.

Di Abro

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