Tutto sommato il risultato della Bavisela mi soddisfa. Ero confidente di migliorare il tempo di Treviso, solo per la scarsa esperienza di maratone con salite e discese, pensavo che la discesa fosse più facile da affrontare. Ho affrontato le salite con molta prudenza, ho aggredito la discesa, ma ciò che più mi ha sorpreso è stata … la pianura. Gli ultimi 7 km pianeggianti sono una mazzata dopo aver corso per 45 minuti in leggera o media discesa. Il potenziale che potevo esprimere era molto vicino alle 3h19’19”.

La gara

Fino al 19esimo km ho svolto con diligenza il compitino che mi ero imposto: tenere la frequenza cardiaca attorno ai 150 battiti al minuto. La velocità è stata abastanza costante, tranne per un paio di cavalcavia e la salita a Redipuglia (km 13), inatesa. Dal salitone (leggero ma contiuo) che da Monfalcone porta a Duino ho cercato di controllarmi il più possibile, risparmiando più energia possibile. Forse il tratto più duro era a Duino, dove, pur rallentando ho superato tre atleti in grossa difficoltà. Dal 23esimo mi sono lasciato un po’ andare, non molto per la verità.

Credevo che la discesa fosse più scorrevole. In realtà quando la si affronta stanchi mantenere una velocità elevata è molto dispendioso. Mantengo un passo attorno a 4’30″/Km, solo poco prima di Miramare quando la discesa è più ripida ho fatto un km in 4’17”.

Come dicevo in precedenza gli ultimi 7 km finali pianeggianti sono stati molto duri. Le gambe e la mente si erano ormai abituati ad un rilievo leggermete discendente. Poco favorevole anche la presenza dei concorrenti più lenti della mezzamaratona lungo il percorso, proprio quando, nel finale la carreggiata si stringe. Ma uno che fa 3h20′ non può pretendere di avere strada libera. La crisi mi colpisce al 39esimo. Quandi senza deciderlo mi metto a camminare. qundo mi chiedo perchè l’ho fatto non ho la forza per riprendere a correre. 6 minuti mi sono serviti per passare quel km. Mi sforzo di arrivare al ristori correndo (circa 5’/Km). Al ristoro bevo e mangio frutta, poi riprendo a correre e sento che sta passando. Intanto però, il 41esimo passa in 6’41”. Trovo la forza per fare gli ultimi 500m in 2’02”, tagliando il traguardo con uno sprint. Le gambe c’erano, era finita la benzina.

Il passo è stato più uniforme di quanto pensavo. Ecco le medie nei quattro settori:

Pianura
Distanza: ~ 18 Km
Passo medio: 4’36″/Km
Frequenza caridaca media: 151 bpm

Salita
Distanza: ~ 7 Km
Passo medio: 4’50″/Km
Frequenza caridaca media: 161 bpm
Dislivello: ~90m

Discesa
Distanza: ~ 9.5 Km
Passo medio: 4’28″/Km
Frequenza caridaca media: 165 bpm
Dislivello: ~85m

Pianura finale
Distanza: ~ 7 Km
Passo medio: 5’17″/Km
Frequenza caridaca media: 161 bpm

Il tratto in discesa è stato il più dispendioso. Questa esperienza dovrà essere utile nel futuro. Una crisi a 3 km dall’arrivo, per un amatore che cerca un buon tempo ci può stare. Ora posso dire che potevo affrontare la discesa con più prudenza. In corsa sapevo che stavo spingendo, ma con una decina di km all’arrivo pensavo di poter tenere. E infatti c’è mancato poco …
A conti fatti ci sono due km con tempi molto elevati. Senza andare in crisi, ipotizzando un’andatura a 5’/Km nei due tratti avrei risparmiato 2’40”. Niente di stravolgente.

Di Abro

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